Mantenere (e trattenere) i propri collaboratori ingaggiati e motivati è una sfida costante per le organizzazioni, soprattutto in un contesto in costante e rapido cambiamento come quello attuale. D’altro canto, soprattutto dopo la pandemia, è oggetto di crescente attenzione mediatica il fatto che molti collaboratori ammettano di non spendere tutte le loro energie (fisiche, cognitive ed emotive) nel loro lavoro. In letteratura, le radici di simili comportamenti di ritiro psicologico dal proprio lavoro (talora oggi etichettati, peraltro in modo discusso, come ‘quiet quitting’) sono state rintracciate in una varietà di fattori (es. differenze individuali, leadership, caratteristiche del lavoro). Questo contributo testa empiricamente l’ipotesi che all’origine di tali comportamenti di ritiro vi sia (anche) la percezione della propria organizzazione come de-umanizzante. I risultati ottenuti suggeriscono che per scongiurare comportamenti di ritiro psicologico tra i propri collaboratori, sia opportuno rivedere la concezione strumentale della relazione dipendente – organizzazione, basata su rigidi criteri di performance, per ricostruire insieme con i propri collaboratori un significato più profondo e umano dell’impegno lavorativo.

Milesi, P., Ritirarsi psicologicamente dal lavoro, ovvero come sopravvivere con dignità in organizzazioni deumanizzanti., <<PERSONALE E LAVORO>>, 2023; (658): 9-16 [https://hdl.handle.net/10807/252994]

Ritirarsi psicologicamente dal lavoro, ovvero come sopravvivere con dignità in organizzazioni deumanizzanti.

Milesi, Patrizia
2023

Abstract

Mantenere (e trattenere) i propri collaboratori ingaggiati e motivati è una sfida costante per le organizzazioni, soprattutto in un contesto in costante e rapido cambiamento come quello attuale. D’altro canto, soprattutto dopo la pandemia, è oggetto di crescente attenzione mediatica il fatto che molti collaboratori ammettano di non spendere tutte le loro energie (fisiche, cognitive ed emotive) nel loro lavoro. In letteratura, le radici di simili comportamenti di ritiro psicologico dal proprio lavoro (talora oggi etichettati, peraltro in modo discusso, come ‘quiet quitting’) sono state rintracciate in una varietà di fattori (es. differenze individuali, leadership, caratteristiche del lavoro). Questo contributo testa empiricamente l’ipotesi che all’origine di tali comportamenti di ritiro vi sia (anche) la percezione della propria organizzazione come de-umanizzante. I risultati ottenuti suggeriscono che per scongiurare comportamenti di ritiro psicologico tra i propri collaboratori, sia opportuno rivedere la concezione strumentale della relazione dipendente – organizzazione, basata su rigidi criteri di performance, per ricostruire insieme con i propri collaboratori un significato più profondo e umano dell’impegno lavorativo.
2023
Italiano
Milesi, P., Ritirarsi psicologicamente dal lavoro, ovvero come sopravvivere con dignità in organizzazioni deumanizzanti., <<PERSONALE E LAVORO>>, 2023; (658): 9-16 [https://hdl.handle.net/10807/252994]
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