La storia del cristianesimo ha visto nella città il luogo essenziale per pensare la sua presenza nel mondo. Essa si configura come vero e proprio ‘luogo teologico’, e come tale chiede l’esercizio del pensiero anche per l’oggi. Don Roberto Maier, docente di Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e redattore della rivista, studia il tema a partire dall’interesse di Francesco per le ‘periferie’, mostrando come l’introduzione della categoria – certo non strettamente urba- nistica – permetta un avanzamento della riflessione, da tempo in stallo. Oggi infatti le molte evoluzioni contemporanee che hanno interessato la città hanno reso più difficile pensarle come luogo della prossimità e dell’escatologia. In tale contesto la figura della periferia permette di recuperare il tema della pluralità, che si «connota in modo nuovo, perché l’altro si rivela come il mio altro, ossia come l’altro della cui marginalità sono responsabile»; e così per quello escato- logico, perché nell’attenzione al «discorso dell’escluso, nel discorso inascoltato, si cela sempre il discorso del Maestro».
Maier, R. G., Città e periferiePensieri su un luogo teologico, <<RIVISTA DEL CLERO ITALIANO>>, 2023; 104 (6): 435-449 [https://hdl.handle.net/10807/239574]
Città e periferie Pensieri su un luogo teologico
Maier, Roberto Giorgio
Primo
Writing – Review & Editing
2023
Abstract
La storia del cristianesimo ha visto nella città il luogo essenziale per pensare la sua presenza nel mondo. Essa si configura come vero e proprio ‘luogo teologico’, e come tale chiede l’esercizio del pensiero anche per l’oggi. Don Roberto Maier, docente di Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e redattore della rivista, studia il tema a partire dall’interesse di Francesco per le ‘periferie’, mostrando come l’introduzione della categoria – certo non strettamente urba- nistica – permetta un avanzamento della riflessione, da tempo in stallo. Oggi infatti le molte evoluzioni contemporanee che hanno interessato la città hanno reso più difficile pensarle come luogo della prossimità e dell’escatologia. In tale contesto la figura della periferia permette di recuperare il tema della pluralità, che si «connota in modo nuovo, perché l’altro si rivela come il mio altro, ossia come l’altro della cui marginalità sono responsabile»; e così per quello escato- logico, perché nell’attenzione al «discorso dell’escluso, nel discorso inascoltato, si cela sempre il discorso del Maestro».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.