Il capitolo presenta un caso studio rispetto all'antisemitismo online in Twitter in lingua italiana dal 1 marzo 2019 al 28 febbraio 2021, inserendolo negli Hate Studies nell'ampio dibattito sulle metodologie di detection dell'odio online. I ricercatori si sono chiesti se vi siano stati picchi mensili, attraverso analisi temporali su classificazioni campionarie effettuate manualmente da esperti, specificando poi quali retoriche e forme di antisemitismo siano state prevalenti. Le ricerche dell’Osservatorio Mediavox dedicate ai meccanismi di detection, coniugando l’annotazione umana con le procedure automatiche informatiche, rilevano la necessità di superare la sola definizione odio/non odio, processo che è di difficile definizione, in linea con altri gruppi internazionali. In base a tali ricerche l'autore propone di classificare i contenuti online secondo una serie di sette indicatori, chiamati “Spettro dell’odio online”.
Pasta, S., L’antisemitismo 2.0 in Twitter. La detection dell’hate speech online, in Santerini, M. (ed.), L’antisemitismo e le sue metamorfosi. Distorsione della Shoah, odio online e complottismi, Giuntina, Firenze 2023: 185- 212 [https://hdl.handle.net/10807/238358]
L’antisemitismo 2.0 in Twitter. La detection dell’hate speech online
Pasta, Stefano
2023
Abstract
Il capitolo presenta un caso studio rispetto all'antisemitismo online in Twitter in lingua italiana dal 1 marzo 2019 al 28 febbraio 2021, inserendolo negli Hate Studies nell'ampio dibattito sulle metodologie di detection dell'odio online. I ricercatori si sono chiesti se vi siano stati picchi mensili, attraverso analisi temporali su classificazioni campionarie effettuate manualmente da esperti, specificando poi quali retoriche e forme di antisemitismo siano state prevalenti. Le ricerche dell’Osservatorio Mediavox dedicate ai meccanismi di detection, coniugando l’annotazione umana con le procedure automatiche informatiche, rilevano la necessità di superare la sola definizione odio/non odio, processo che è di difficile definizione, in linea con altri gruppi internazionali. In base a tali ricerche l'autore propone di classificare i contenuti online secondo una serie di sette indicatori, chiamati “Spettro dell’odio online”.
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