Digital storytelling as a community and participatory dimension

The various ways of applying Digital Storytelling (DST) in educational contexts have shown its qualities regarding the sharing of both cognitive and emotional contents. Although DST can be considered a personal and collective storytelling practice, perhaps it would be limiting to believe in DST only as a way of telling stories through digital tools. This article aims to provide a contribution to the debate in order to analyse the attitude towards DST as a support the participation of different social actors in a process of the continuous meaning-making necessary to understand the reality we are absorbed in and interact with. In particular, it is suggested to interpret DST in two ways: the first one thinks of DST as a technology of community, a paradigm that considers digital technologies as an opportunity to facilitate the construction and development of relational bonds, assuming the perspective of community development as well. The second way considers DST as a third space for the negotiated construction of knowledge through the logics of non-formal learning.

Le diverse modalità di applicazione del Digital Storytelling (DST) nei contesti educativi hanno mostrato le sue qualità per quanto riguarda la condivisione di contenuti sia cognitivi che emotivi. Sebbene il DST possa essere considerato una pratica di narrazione personale e collettiva, forse sarebbe limitante credere nel DST solo come un modo per raccontare storie attraverso strumenti digitali. Questo articolo si propone di fornire un contributo al dibattito al fine di analizzare l'atteggiamento nei confronti del DST come supporto alla partecipazione di diversi attori sociali in un processo di continua creazione di significato necessario per comprendere la realtà in cui siamo assorbiti e con cui interagiamo. In particolare, si suggerisce di interpretare il DST in due modi: il primo pensa al DST come una tecnologia di comunità, un paradigma che considera le tecnologie digitali come un'opportunità per facilitare la costruzione e lo sviluppo di legami relazionali, assumendo la prospettiva dello sviluppo della comunità anche. La seconda strada considera il DST come un terzo spazio per la costruzione negoziata della conoscenza attraverso le logiche dell'apprendimento non formale.