Con decreto del 21 novembre 2019 il Collegio per i reati ministeriali presso il Tribunale di Roma ha disposto l’archiviazione del procedimento penale nei confronti del Ministro dell’Interno pro tempore (carica all’epoca ricoperta dal sen. Matteo Salvini) e del suo Capo di Gabinetto, in relazione ai reati di omissione (rectius rifiuto) di atti d’ufficio (art. 328, comma 1 c.p.), abuso d’ufficio (art. 323 c.p.) e omissione di soccorso in mare (art. 1113 cod. nav.). Le indagini erano state avviate a seguito di esposto presentato alla Procura di Agrigento, nel quale si evidenziava la mancata assegnazione di un porto sicuro alla nave Alan Kurdi della ONG Sea Eye, battente bandiera tedesca, che il 3 aprile 2019 aveva soccorso un gruppo di persone a bordo di un gommone in difficoltà in area SAR libica e subito dopo aveva richiesto (invano) alle autorità marittime italiane il permesso di attraccare in un porto della Penisola. Dopo avere sinteticamente ricostruito i fatti all’origine della vicenda, il contributo passa in rassegna le motivazioni del decreto del Tribunale dei Ministri, soffermandosi nelle conclusioni su alcuni passaggi che appaiono non privi di profili di criticità.
De Vittor, F., Zirulia, S., Il caso della nave Alan Kurdi: profili di diritto penale e internazionale in punto di omessa assegnazione di un porto sicuro, <<SISTEMA PENALE>>, 2019; (N/A): 1-16 [https://hdl.handle.net/10807/237115]
Il caso della nave Alan Kurdi: profili di diritto penale e internazionale in punto di omessa assegnazione di un porto sicuro
De Vittor, Francesca
;
2019
Abstract
Con decreto del 21 novembre 2019 il Collegio per i reati ministeriali presso il Tribunale di Roma ha disposto l’archiviazione del procedimento penale nei confronti del Ministro dell’Interno pro tempore (carica all’epoca ricoperta dal sen. Matteo Salvini) e del suo Capo di Gabinetto, in relazione ai reati di omissione (rectius rifiuto) di atti d’ufficio (art. 328, comma 1 c.p.), abuso d’ufficio (art. 323 c.p.) e omissione di soccorso in mare (art. 1113 cod. nav.). Le indagini erano state avviate a seguito di esposto presentato alla Procura di Agrigento, nel quale si evidenziava la mancata assegnazione di un porto sicuro alla nave Alan Kurdi della ONG Sea Eye, battente bandiera tedesca, che il 3 aprile 2019 aveva soccorso un gruppo di persone a bordo di un gommone in difficoltà in area SAR libica e subito dopo aveva richiesto (invano) alle autorità marittime italiane il permesso di attraccare in un porto della Penisola. Dopo avere sinteticamente ricostruito i fatti all’origine della vicenda, il contributo passa in rassegna le motivazioni del decreto del Tribunale dei Ministri, soffermandosi nelle conclusioni su alcuni passaggi che appaiono non privi di profili di criticità.File | Dimensione | Formato | |
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