Il contributo esamina la pronuncia della Cassazione n. 17910/2022, con la quale per la prima volta la Suprema Corte, meritoriamente, rivede l’assolutezza della regola di indelibabilità delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale per il caso di convivenza triennale successiva alla celebrazione, enunciata dalle Sezioni unite nel 2014. Tale regola era stata elaborata come reazione allo sfruttamento opportunistico delle conseguenze patrimoniali della nullità entro matrimoni entrati in crisi dopo lungo tempo, ma si rivelava tutt'altro che sistematicamente ineccepibile. Tale regola viene ora esclusa con riguardo a invalidità canoniche corrispondenti a quelle che nel diritto civile sono insanabili, oppure risultano sanabili sulla base di una convivenza consolidatasi a partire dalla scoperta o dalla cessazione del vizio invalidante. La nota, dopo aver illustrato criticamente la questione, la inserisce nel più ampio tema dell’insufficiente tutela del coniuge economicamente più debole in caso di invalidità che segua a una durevole comunione di vita. Al tentativo di darne soluzione tramite l’esclusione della delibazione della nullità in caso di protratta convivenza viene preferito quello incentrato su di una limitata equiparazione degli effetti dell’invalidità intervenuta a distanza d’anni a quelli del divorzio.

Renda, A., Matrimonio concordatario, nullità e prolungata convivenza. Verso il ridimensionamento di una regola preterlegale, <<GIURISPRUDENZA ITALIANA>>, 2023; (3): 3-9 [https://hdl.handle.net/10807/233874]

Matrimonio concordatario, nullità e prolungata convivenza. Verso il ridimensionamento di una regola preterlegale

Renda, Andrea
2023

Abstract

Il contributo esamina la pronuncia della Cassazione n. 17910/2022, con la quale per la prima volta la Suprema Corte, meritoriamente, rivede l’assolutezza della regola di indelibabilità delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale per il caso di convivenza triennale successiva alla celebrazione, enunciata dalle Sezioni unite nel 2014. Tale regola era stata elaborata come reazione allo sfruttamento opportunistico delle conseguenze patrimoniali della nullità entro matrimoni entrati in crisi dopo lungo tempo, ma si rivelava tutt'altro che sistematicamente ineccepibile. Tale regola viene ora esclusa con riguardo a invalidità canoniche corrispondenti a quelle che nel diritto civile sono insanabili, oppure risultano sanabili sulla base di una convivenza consolidatasi a partire dalla scoperta o dalla cessazione del vizio invalidante. La nota, dopo aver illustrato criticamente la questione, la inserisce nel più ampio tema dell’insufficiente tutela del coniuge economicamente più debole in caso di invalidità che segua a una durevole comunione di vita. Al tentativo di darne soluzione tramite l’esclusione della delibazione della nullità in caso di protratta convivenza viene preferito quello incentrato su di una limitata equiparazione degli effetti dell’invalidità intervenuta a distanza d’anni a quelli del divorzio.
2023
Italiano
Renda, A., Matrimonio concordatario, nullità e prolungata convivenza. Verso il ridimensionamento di una regola preterlegale, <<GIURISPRUDENZA ITALIANA>>, 2023; (3): 3-9 [https://hdl.handle.net/10807/233874]
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