Nell’ottobre del 1501 il patrizio Leonardo Loredan, già podestà di Padova, è nominato doge della Serenissima. L’elezione è stata salutata con entusiasmo da eruditi e uomini di lettere, come testimoniano orazioni o altre opere scritte e pubblicate per l’occasione. Gli Opuscula del ravennate Lidio Catti (Venezia, Giovanni Tacuino, 27 giugno 1502), argomento del mio progetto di ricerca, nascono proprio in tale contesto: il poeta in persona cura una propria antologia di stravaganze latine e volgari per dedicarla al nuovo doge. Tra gli esemplari conservati di quest’edizione, il Rovereto, Biblioteca Civica “G. Tartarotti”, r-Ar III 1 25 (1) è interessante non tanto per le sue peculiarità interne, quanto per la sua collocazione. Gli Opuscula roveretani, infatti, aprono una miscellanea di sette opere stampate tra il 1498 e il 1502, al cui interno si registrano una certa affinità di genere (poesia soprattutto neolatina) e la presenza maggioritaria di quattro edizioni di Bernardino Vitali. Sfogliando questo volume composito, il nome del Loredan ricorre più volte in modo significativo. Oltre agli Opuscula si trovano altre due opere dedicate al doge, mentre nel colophon di un’edizione di Vitali si legge una menzione del Loredan come «regnante», utile a confermare la datazione more veneto (gennaio 1502). Dato il tema dell’evento da voi organizzato, desidererei proporre perciò un intervento che parta da questa miscellanea, per analizzare il fenomeno letterario, encomiastico ed editoriale legato all’elezione del Loredan. Questo studio da un lato sarà necessario a comprendere appieno la genesi e il contesto degli Opuscula, dall’altro spingerà a interrogare un testimone dell’opera su un piano sia testuale sia materiale.
Cassini, S., L’eco letteraria dell’elezione del doge Leonardo Loredan (1501) in una miscellanea roveretana, in Viaggiare nel testo. Scritture, libri e biblioteche nella storia 2019, (Sermoneta, 24-26 May 2019), Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta Onlus, Sermoneta 2022: 63-71 [https://hdl.handle.net/10807/232102]
L’eco letteraria dell’elezione del doge Leonardo Loredan (1501) in una miscellanea roveretana
Cassini, Stefano
2022
Abstract
Nell’ottobre del 1501 il patrizio Leonardo Loredan, già podestà di Padova, è nominato doge della Serenissima. L’elezione è stata salutata con entusiasmo da eruditi e uomini di lettere, come testimoniano orazioni o altre opere scritte e pubblicate per l’occasione. Gli Opuscula del ravennate Lidio Catti (Venezia, Giovanni Tacuino, 27 giugno 1502), argomento del mio progetto di ricerca, nascono proprio in tale contesto: il poeta in persona cura una propria antologia di stravaganze latine e volgari per dedicarla al nuovo doge. Tra gli esemplari conservati di quest’edizione, il Rovereto, Biblioteca Civica “G. Tartarotti”, r-Ar III 1 25 (1) è interessante non tanto per le sue peculiarità interne, quanto per la sua collocazione. Gli Opuscula roveretani, infatti, aprono una miscellanea di sette opere stampate tra il 1498 e il 1502, al cui interno si registrano una certa affinità di genere (poesia soprattutto neolatina) e la presenza maggioritaria di quattro edizioni di Bernardino Vitali. Sfogliando questo volume composito, il nome del Loredan ricorre più volte in modo significativo. Oltre agli Opuscula si trovano altre due opere dedicate al doge, mentre nel colophon di un’edizione di Vitali si legge una menzione del Loredan come «regnante», utile a confermare la datazione more veneto (gennaio 1502). Dato il tema dell’evento da voi organizzato, desidererei proporre perciò un intervento che parta da questa miscellanea, per analizzare il fenomeno letterario, encomiastico ed editoriale legato all’elezione del Loredan. Questo studio da un lato sarà necessario a comprendere appieno la genesi e il contesto degli Opuscula, dall’altro spingerà a interrogare un testimone dell’opera su un piano sia testuale sia materiale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.