Dinnanzi al combinarsi e al reciproco rinforzarsi di una scena pubblica dominata da sentimenti sociali di paura, rabbia, risentimento, e di un vistoso deterioramento dell’ars legiferandi, si afferma un crescente peso politico-istituzionale della magistratura, che tende a generare divaricazioni tra interpretazione aderente al testo normativo e aspirazioni politico-criminali. All’entrata in crisi della razionalità legislativa e di una vera “cura” delle norme, corrisponde il potenziamento della funzione “creativa” dei giudici, con il forte rischio di derive esegetiche e con il ridimensionamento della portata pratica dei principi fondamentali. Premessi alcuni richiami essenziali di teoria dell’interpretazione, il contributo esamina la fattispecie incriminatrice del traffico di influenze illecite, la cui complessa evoluzione normativa e giurisprudenziale può essere assunta come caso esemplare di un certo protagonismo ermeneutico nella traduzione applicativa di norme già difettose nella confezione di origine. L’analisi di tale reato apre inoltre a prospettive de iure condendo, ulteriormente rivelatrici di quanto la stessa opera del legislatore non possa prescindere da un’attenzione alla natura del procedere ermeneutico quale «“andare avanti e indietro dello sguardo” tra la norma e il rapporto di vita».
Donati, G., La tormentata evoluzione del traffico di influenze illecite, tra tensioni ermeneutiche e «cieca furia» politico-criminale, <<LA LEGISLAZIONE PENALE>>, 2022; (Novembre): 1-34 [https://hdl.handle.net/10807/226928]
La tormentata evoluzione del traffico di influenze illecite, tra tensioni ermeneutiche e «cieca furia» politico-criminale
Donati, Gaia
2022
Abstract
Dinnanzi al combinarsi e al reciproco rinforzarsi di una scena pubblica dominata da sentimenti sociali di paura, rabbia, risentimento, e di un vistoso deterioramento dell’ars legiferandi, si afferma un crescente peso politico-istituzionale della magistratura, che tende a generare divaricazioni tra interpretazione aderente al testo normativo e aspirazioni politico-criminali. All’entrata in crisi della razionalità legislativa e di una vera “cura” delle norme, corrisponde il potenziamento della funzione “creativa” dei giudici, con il forte rischio di derive esegetiche e con il ridimensionamento della portata pratica dei principi fondamentali. Premessi alcuni richiami essenziali di teoria dell’interpretazione, il contributo esamina la fattispecie incriminatrice del traffico di influenze illecite, la cui complessa evoluzione normativa e giurisprudenziale può essere assunta come caso esemplare di un certo protagonismo ermeneutico nella traduzione applicativa di norme già difettose nella confezione di origine. L’analisi di tale reato apre inoltre a prospettive de iure condendo, ulteriormente rivelatrici di quanto la stessa opera del legislatore non possa prescindere da un’attenzione alla natura del procedere ermeneutico quale «“andare avanti e indietro dello sguardo” tra la norma e il rapporto di vita».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.