La voce costituisce lo strumento caratterizzante e privilegiato a cui i due interlocutori affidano il proprio manifestarsi/dirsi e che presiede la regolazione e la strutturazione dell'interazione stessa. In particolare, la voce, per quanto concerne la gestione psicologica di un colloquio, rappresenta uno strumento di lavoro specifico in quanto lo pone nella condizione di osservare le reazioni e gli stili comunicativi dell’intervistato e di comunicare con lui. Questa centralità dell'aspetto vocale si deve innanzitutto alla straordinaria efficienza consentita dal canale vocale. Infatti, esso si differenzia dal punto di vista funzionale rispetto ad altri canali, perché la produzione di suono richiede una quantità assai ridotta di energia fisica e lascia la maggior parte del corpo libera di compiere, contemporaneamente, altre attività. Parimenti, il canale vocale-uditivo consente la trasmissione e la ricezione a distanza ed è caratterizzato da rapida evanescenza. Infatti, il messaggio vocale svanisce rapidamente, lasciando gli interlocutori liberi di ricevere e di trasmettere nuovi messaggi. A diversità di altre modalità sensoriali, il canale vocale-uditivo è qualificato dalla peculiarità di consentire un feedback completo: il locutore, infatti, ode tutto quello che può essere pertinente o ridondante in quello che egli stesso dice. Il prodotto dell'atto vocale è quindi altamente specializzato, poiché, nonostante l'energia impiegata sia minima, consente un processo di emissione e di ricezione del messaggio assai sofisticato e articolato, nonché la produzione di effetti sull'interlocutore molto forti ed efficaci, a volte dirompenti. Mediante la voce è possibile nel medesimo atto denotare un significato e insieme segnalare la propria partecipazione emotiva e il proprio grado di interesse nei suoi riguardi. Nell’ambito della comunicazione vocale abbiamo sempre a che fare con due ordini di atti che, sebbene inseparabili tra loro, possono essere distinti attraverso un processo di analisi e di astrazione: l'attività vocale linguistica (o verbale) e l'attività vocale non-verbale.

Ciceri, M. R., Anolli, L. M., I ruoli psicologici della voce nel colloquio, in Quadrio, A. (ed.), Psicologia del colloquio, Il Mulino, Bologna 1997: 45- 84 [http://hdl.handle.net/10807/22677]

I ruoli psicologici della voce nel colloquio

Ciceri, Maria Rita;Anolli, Luigi Maria
1997

Abstract

La voce costituisce lo strumento caratterizzante e privilegiato a cui i due interlocutori affidano il proprio manifestarsi/dirsi e che presiede la regolazione e la strutturazione dell'interazione stessa. In particolare, la voce, per quanto concerne la gestione psicologica di un colloquio, rappresenta uno strumento di lavoro specifico in quanto lo pone nella condizione di osservare le reazioni e gli stili comunicativi dell’intervistato e di comunicare con lui. Questa centralità dell'aspetto vocale si deve innanzitutto alla straordinaria efficienza consentita dal canale vocale. Infatti, esso si differenzia dal punto di vista funzionale rispetto ad altri canali, perché la produzione di suono richiede una quantità assai ridotta di energia fisica e lascia la maggior parte del corpo libera di compiere, contemporaneamente, altre attività. Parimenti, il canale vocale-uditivo consente la trasmissione e la ricezione a distanza ed è caratterizzato da rapida evanescenza. Infatti, il messaggio vocale svanisce rapidamente, lasciando gli interlocutori liberi di ricevere e di trasmettere nuovi messaggi. A diversità di altre modalità sensoriali, il canale vocale-uditivo è qualificato dalla peculiarità di consentire un feedback completo: il locutore, infatti, ode tutto quello che può essere pertinente o ridondante in quello che egli stesso dice. Il prodotto dell'atto vocale è quindi altamente specializzato, poiché, nonostante l'energia impiegata sia minima, consente un processo di emissione e di ricezione del messaggio assai sofisticato e articolato, nonché la produzione di effetti sull'interlocutore molto forti ed efficaci, a volte dirompenti. Mediante la voce è possibile nel medesimo atto denotare un significato e insieme segnalare la propria partecipazione emotiva e il proprio grado di interesse nei suoi riguardi. Nell’ambito della comunicazione vocale abbiamo sempre a che fare con due ordini di atti che, sebbene inseparabili tra loro, possono essere distinti attraverso un processo di analisi e di astrazione: l'attività vocale linguistica (o verbale) e l'attività vocale non-verbale.
1997
Italiano
Psicologia del colloquio
9788815061300
Ciceri, M. R., Anolli, L. M., I ruoli psicologici della voce nel colloquio, in Quadrio, A. (ed.), Psicologia del colloquio, Il Mulino, Bologna 1997: 45- 84 [http://hdl.handle.net/10807/22677]
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10807/22677
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact