Il Sessantotto del maggio parigino divenne famoso per lo slogan “Il est interdit d’interdire” di Jean Yanne, espressione di una contestazione multiforme di tutti i tipi di autorità, in cui Alain Berthoz nel volume L’inibizione creatrice (Torino, Codice Edizioni, 2021, p. 125) rivede un’altra virtù: "senza negare l’importanza delle leggi che regolano i nostri comportamenti, era tempo di levare la cappa di divieti che bloccavano la società; che fiorissero iniziative, benché andassero contro le norme imposte nell’epoca della cultura dominante". C’è più di un motivo se nella presentazione di questo scrupoloso e prezioso lavoro, sorretto da una bibliografia accuratissima e recente, si è rivelato aspetto chiave partire dalla profonda messa in discussione dei modelli societari del ‘68, poiché è proprio da questi che emerge come la capacità di contestare si riveli fondamento della democrazia, e la disinibizione adottata, uno dei meccanismi che danno ai nostri organismi la capacità di mettersi in discussione, di apprendere, di adattarsi e di scoprire nuove soluzioni. Quale possibile azione può condurci a fondare una società innovatrice, aperta e creativa sulla base delle inibizioni?
Garbui, M. C., “Affrontare l’improbabile: l’inibizione come disposizione creativa”, Scholé. Rivista di educazione e studi culturali, LIX, n. 2, ISSN 2611-9978, pp. 173-179, ISBN 978- 88-284-0375-3, <<SCHOLÉ>>, 2021; 2021 (2): 173-179 [https://hdl.handle.net/10807/221304]
“Affrontare l’improbabile: l’inibizione come disposizione creativa”, Scholé. Rivista di educazione e studi culturali, LIX, n. 2, ISSN 2611-9978, pp. 173-179, ISBN 978- 88-284-0375-3
Garbui, Maria Cristina
2021
Abstract
Il Sessantotto del maggio parigino divenne famoso per lo slogan “Il est interdit d’interdire” di Jean Yanne, espressione di una contestazione multiforme di tutti i tipi di autorità, in cui Alain Berthoz nel volume L’inibizione creatrice (Torino, Codice Edizioni, 2021, p. 125) rivede un’altra virtù: "senza negare l’importanza delle leggi che regolano i nostri comportamenti, era tempo di levare la cappa di divieti che bloccavano la società; che fiorissero iniziative, benché andassero contro le norme imposte nell’epoca della cultura dominante". C’è più di un motivo se nella presentazione di questo scrupoloso e prezioso lavoro, sorretto da una bibliografia accuratissima e recente, si è rivelato aspetto chiave partire dalla profonda messa in discussione dei modelli societari del ‘68, poiché è proprio da questi che emerge come la capacità di contestare si riveli fondamento della democrazia, e la disinibizione adottata, uno dei meccanismi che danno ai nostri organismi la capacità di mettersi in discussione, di apprendere, di adattarsi e di scoprire nuove soluzioni. Quale possibile azione può condurci a fondare una società innovatrice, aperta e creativa sulla base delle inibizioni?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.