Parlare di inferni, al plurale, può apparire impertinente: come accostare la miseria terrena all’infinita pena nell’al-di-là, la sofferenza penultima a quella ultima e definitiva? Eppure, ci pare non si tratti di una scelta del tutto fuori luogo. In fondo, non ci è dato di pensare il male eterno se non ricorrendo alla nostra esperienza del male attuale: del male morale ma anche di quello psicologico e fisico, che affligge i nostri sensi. D’altra parte non abbiamo altro modo per trovare un senso al male penultimo se non ricorrendo alle cose ultime, alla speranza connessa all’annuncio di un senso definitivo non ancora del tutto trasparente. All’annuncio di una vittoria definitiva sul male.
Biancu, S., L'inferno e gli inferni, <<MUNERA>>, 2012; 1 (2): 5-8 [http://hdl.handle.net/10807/21392]
L'inferno e gli inferni
Biancu, Stefano
2012
Abstract
Parlare di inferni, al plurale, può apparire impertinente: come accostare la miseria terrena all’infinita pena nell’al-di-là, la sofferenza penultima a quella ultima e definitiva? Eppure, ci pare non si tratti di una scelta del tutto fuori luogo. In fondo, non ci è dato di pensare il male eterno se non ricorrendo alla nostra esperienza del male attuale: del male morale ma anche di quello psicologico e fisico, che affligge i nostri sensi. D’altra parte non abbiamo altro modo per trovare un senso al male penultimo se non ricorrendo alle cose ultime, alla speranza connessa all’annuncio di un senso definitivo non ancora del tutto trasparente. All’annuncio di una vittoria definitiva sul male.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.