Lo scritto riproduce l'intervento al Convegno "Le neuroscienze e il diritto", tenuto a Milano il 19 dicembre 2008. Premesse alcune considerazioni sul tema dell'imputabilità penale, la cui definizione in termini di capacità di intendere e di volere è rinvenibile nell'art. 85 c.p., l'Autore si sofferma sull'attuazione dei presupposti sostanziali della responsabilità penale nell'ambito del processo, sotto il profilo dell'accertamento dei coefficienti psichici di attribuibilità del fatto all'autore. Ad arricchire la funzione cognitiva di tale accertamento contribuiscono di recente senza dubbio le neuroscienze, le cui conquiste scientifiche si sono rapidamente imposte all'attenzione degli studiosi. Le neuroscienze applicate al diritto, soprattutto ai fini dell'accertamento dell'infermità mentale, sembrano addirittura superare le aspettative iniziali: le neuroimmagini del cervello e la rilevazione dei danni ai lobi prefrontali sembrano offrire una piattaforma descrittiva idonea a fare piena luce sulle correlazioni tra funzioni cerebrali e comportamento umano. L'Autore avverte, tuttavia, che, poiché sono in discussione la responsabilità penale e la conseguente limitazione della libertà individuale dell'imputato, sarebbe opportuno accedere ad una prospettiva metodologica del tutto peculiare, ispirata dallo scopo di combinare le evidenze scientifiche con la loro valutazione giudiziale: accanto ad un primo livello di indagine, al quale rimettere la valutazione dell'affidabilità scientifica della prova tecnica, dovrebbe essere sviluppato un secondo livello di indagine, nell'ambito del quale riservare al giudice l'espressione di un giudizio circa l'affidabilità delle risultanze scientifiche ed il grado di rilevanza alle stesse attribuibile a fini probatori nell’ambito del processo.

Bertolino, M., Il "breve" cammino del vizio di mente. Un ritorno al paradigma organicistico?, <<CRIMINALIA>>, 2008; (N/A): 325-346 [http://hdl.handle.net/10807/20990]

Il "breve" cammino del vizio di mente. Un ritorno al paradigma organicistico?

Bertolino, Marta
2008

Abstract

Lo scritto riproduce l'intervento al Convegno "Le neuroscienze e il diritto", tenuto a Milano il 19 dicembre 2008. Premesse alcune considerazioni sul tema dell'imputabilità penale, la cui definizione in termini di capacità di intendere e di volere è rinvenibile nell'art. 85 c.p., l'Autore si sofferma sull'attuazione dei presupposti sostanziali della responsabilità penale nell'ambito del processo, sotto il profilo dell'accertamento dei coefficienti psichici di attribuibilità del fatto all'autore. Ad arricchire la funzione cognitiva di tale accertamento contribuiscono di recente senza dubbio le neuroscienze, le cui conquiste scientifiche si sono rapidamente imposte all'attenzione degli studiosi. Le neuroscienze applicate al diritto, soprattutto ai fini dell'accertamento dell'infermità mentale, sembrano addirittura superare le aspettative iniziali: le neuroimmagini del cervello e la rilevazione dei danni ai lobi prefrontali sembrano offrire una piattaforma descrittiva idonea a fare piena luce sulle correlazioni tra funzioni cerebrali e comportamento umano. L'Autore avverte, tuttavia, che, poiché sono in discussione la responsabilità penale e la conseguente limitazione della libertà individuale dell'imputato, sarebbe opportuno accedere ad una prospettiva metodologica del tutto peculiare, ispirata dallo scopo di combinare le evidenze scientifiche con la loro valutazione giudiziale: accanto ad un primo livello di indagine, al quale rimettere la valutazione dell'affidabilità scientifica della prova tecnica, dovrebbe essere sviluppato un secondo livello di indagine, nell'ambito del quale riservare al giudice l'espressione di un giudizio circa l'affidabilità delle risultanze scientifiche ed il grado di rilevanza alle stesse attribuibile a fini probatori nell’ambito del processo.
2008
Italiano
Bertolino, M., Il "breve" cammino del vizio di mente. Un ritorno al paradigma organicistico?, <<CRIMINALIA>>, 2008; (N/A): 325-346 [http://hdl.handle.net/10807/20990]
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