L’esperienza concentrazionaria nazista ha tentato di rovesciare la realtà e quindi la natura umana. Infatti prendendo a modello la società e la vita quotidiana, costruisce una città infernale abitata da un non-uomo destinato all’annientamento. Attraverso le opere letterarie scritte da chi è stato deportato il saggio dimostra come l’organizzazione scientifica del lager, dall’ingresso, passando per le fasi della spersonalizzazione, fino alla vita nel campo, abbia avuto il fine di creare una società completamente diversa e ‘nuova’.
Rondena, E., Il lager nazista: un’antropologia rovesciata, in Alberto Carli, S. C. D. S. (ed.), Letteratura e antropologia. Generi, forme e immaginari, ETS, Pisa 2021: <<LA MODERNITÀ LETTERARIA>>, 2021 661- 668 [http://hdl.handle.net/10807/205534]
Il lager nazista: un’antropologia rovesciata
Rondena, Elena
2021
Abstract
L’esperienza concentrazionaria nazista ha tentato di rovesciare la realtà e quindi la natura umana. Infatti prendendo a modello la società e la vita quotidiana, costruisce una città infernale abitata da un non-uomo destinato all’annientamento. Attraverso le opere letterarie scritte da chi è stato deportato il saggio dimostra come l’organizzazione scientifica del lager, dall’ingresso, passando per le fasi della spersonalizzazione, fino alla vita nel campo, abbia avuto il fine di creare una società completamente diversa e ‘nuova’.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.