Lo scenario contemporaneo si presenta carico di contraddizioni non solo per le generazioni che stanno vivendo ora il ‘tempo storico’ della loro formazione, ma anche per gli studiosi che guardano alle dinamiche sociali con strumenti parziali e spesso desueti. Il termine ‘moratoria’, coniato trent’anni or sono per descrivere lo stato di sospensione dei giovani nelle società industriali, non può bastare oggi di fronte agli effetti perversi della lunga transizione all’età adulta. Questo periodo infatti nasconde numerose ‘opacità’: da un lato, si connota come un rischio o un’opportunità a seconda di fattori macro-sociali (le condizioni economiche, le variabili territoriali, le tradizionali linee di distinzione dello svantaggio/privilegio), dall’altro può rappresentare – indipendentemente dai destini sociali - un terreno fertile di sperimentazione di nuovi corsi di vita. Ciò che fa la differenza è la capacità del giovane di affermare una propria soggettività (concetto di agency). Nell’intervento si prendono in considerazione i due percorsi-tipo, l’individualizzazione stagnante e l’individualizzazione evolutiva, e si discute dei 2 modi di applicare la riflessività alla costruzione dell’agency giovanile. L’ultimo passaggio si focalizza sulla maggiore sfida per i ‘figli della moratoria’, cioè l’incontro con l’Altro, che si declina come ‘relazione intergenerazionale’ (altro = adulto significativo) e come relazione interculturale (altro = culture del mondo).

Colombo, M., Nuove generazioni. Quali bisogni educativi?, <<DIALOGHI>>, 2011; XI (1): 37-45 [http://hdl.handle.net/10807/19548]

Nuove generazioni. Quali bisogni educativi?

Colombo, Maddalena
2011

Abstract

Lo scenario contemporaneo si presenta carico di contraddizioni non solo per le generazioni che stanno vivendo ora il ‘tempo storico’ della loro formazione, ma anche per gli studiosi che guardano alle dinamiche sociali con strumenti parziali e spesso desueti. Il termine ‘moratoria’, coniato trent’anni or sono per descrivere lo stato di sospensione dei giovani nelle società industriali, non può bastare oggi di fronte agli effetti perversi della lunga transizione all’età adulta. Questo periodo infatti nasconde numerose ‘opacità’: da un lato, si connota come un rischio o un’opportunità a seconda di fattori macro-sociali (le condizioni economiche, le variabili territoriali, le tradizionali linee di distinzione dello svantaggio/privilegio), dall’altro può rappresentare – indipendentemente dai destini sociali - un terreno fertile di sperimentazione di nuovi corsi di vita. Ciò che fa la differenza è la capacità del giovane di affermare una propria soggettività (concetto di agency). Nell’intervento si prendono in considerazione i due percorsi-tipo, l’individualizzazione stagnante e l’individualizzazione evolutiva, e si discute dei 2 modi di applicare la riflessività alla costruzione dell’agency giovanile. L’ultimo passaggio si focalizza sulla maggiore sfida per i ‘figli della moratoria’, cioè l’incontro con l’Altro, che si declina come ‘relazione intergenerazionale’ (altro = adulto significativo) e come relazione interculturale (altro = culture del mondo).
2011
Italiano
Colombo, M., Nuove generazioni. Quali bisogni educativi?, <<DIALOGHI>>, 2011; XI (1): 37-45 [http://hdl.handle.net/10807/19548]
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