Il saggio, affrontando una questione che si pone alla confluenza tra diritto civile e diritto processuale civile, giunge ad avanzare l’ipotesi che l’identificazione genetica del defunto entro i giudizi di stato sia possibile – salvo l’interessato abbia in vita manifestato volontà contraria a mezzo di un negozio mortis causa di ultima volontà, ovvero un contratto di mandato post mortem exequendum, entrambi a contenuto non patrimoniale – senza necessità che vi consentano i prossimi congiunti, argomentando sulla base del confronto con la disciplina dei trapianti di organo da defunto e della superiorità dell’interesse all’accertamento di stato sulla pietas defuncti.
Renda, A., Ipotesi sul prelievo di dna da defunto nei giudizi di stato, <<RIVISTA DI DIRITTO CIVILE>>, 2010; LVI (6): 807-842 [http://hdl.handle.net/10807/1941]
Ipotesi sul prelievo di dna da defunto nei giudizi di stato
Renda, Andrea
2010
Abstract
Il saggio, affrontando una questione che si pone alla confluenza tra diritto civile e diritto processuale civile, giunge ad avanzare l’ipotesi che l’identificazione genetica del defunto entro i giudizi di stato sia possibile – salvo l’interessato abbia in vita manifestato volontà contraria a mezzo di un negozio mortis causa di ultima volontà, ovvero un contratto di mandato post mortem exequendum, entrambi a contenuto non patrimoniale – senza necessità che vi consentano i prossimi congiunti, argomentando sulla base del confronto con la disciplina dei trapianti di organo da defunto e della superiorità dell’interesse all’accertamento di stato sulla pietas defuncti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.