L’intervento mira a contestualizzare le esigenze di riforma del sistema scolastico nel più ampio scenario culturale e socio-economico dell’Europa, che mette in primo piano il costituirsi di una società (o meglio, di un’economia) basata sulla produzione di conoscenza. Si analizzano le principali caratteristiche del cosiddetto “capitalismo cognitivo” (fonti di produttività, riflessi sulla piramide sociale, ruolo della persona e del cittadino) e il legame tra “capitale umano” e “capacità”: sono queste le premesse che giustificano – nel sistema educativo - il passaggio dall’erogazione di “credenziali”, al riconoscimento dei “crediti”. L’impostazione europea delle politiche per l’apprendimento (la Strategia di Lisbona 2010 - 2020) è coerente, inoltre, con l’esigenza di rinnovare il modello sociale (welfare) ispirandosi al concetto-ombrello di “attivazione”, che fa dell’”occupabilità” dei cittadini (e non della meritocrazia) la leva principale dello sviluppo e della coesione. In un’ottica di attivazione, pertanto, si focalizzano i valori-guida delle politiche educative e di riforma scolastica: Equità, Autonomia/rispetto, Qualità/efficienza, Innovazione, Merito. A questi valori sono facilmente riconducibili le “competenze di cittadinanza” evocate dai documenti europei: competenze linguistiche, applicative, digitali, meta cognitive, sociali, auto-promozionali. Si propone alla discussione di declinare tali competenze in termini di innovazioni curricolari sperimentate o da sperimentare.
Colombo, M., Riforme scolastiche e politiche europee dell’apprendimento. Capacità, attivazione, competenze di cittadinanza, <<OPPINFORMAZIONI>>, 2011; 39 (111): 16-29 [http://hdl.handle.net/10807/19248]
Riforme scolastiche e politiche europee dell’apprendimento. Capacità, attivazione, competenze di cittadinanza
Colombo, Maddalena
2011
Abstract
L’intervento mira a contestualizzare le esigenze di riforma del sistema scolastico nel più ampio scenario culturale e socio-economico dell’Europa, che mette in primo piano il costituirsi di una società (o meglio, di un’economia) basata sulla produzione di conoscenza. Si analizzano le principali caratteristiche del cosiddetto “capitalismo cognitivo” (fonti di produttività, riflessi sulla piramide sociale, ruolo della persona e del cittadino) e il legame tra “capitale umano” e “capacità”: sono queste le premesse che giustificano – nel sistema educativo - il passaggio dall’erogazione di “credenziali”, al riconoscimento dei “crediti”. L’impostazione europea delle politiche per l’apprendimento (la Strategia di Lisbona 2010 - 2020) è coerente, inoltre, con l’esigenza di rinnovare il modello sociale (welfare) ispirandosi al concetto-ombrello di “attivazione”, che fa dell’”occupabilità” dei cittadini (e non della meritocrazia) la leva principale dello sviluppo e della coesione. In un’ottica di attivazione, pertanto, si focalizzano i valori-guida delle politiche educative e di riforma scolastica: Equità, Autonomia/rispetto, Qualità/efficienza, Innovazione, Merito. A questi valori sono facilmente riconducibili le “competenze di cittadinanza” evocate dai documenti europei: competenze linguistiche, applicative, digitali, meta cognitive, sociali, auto-promozionali. Si propone alla discussione di declinare tali competenze in termini di innovazioni curricolari sperimentate o da sperimentare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.