Con la decisione in commento, la Suprema Corte, ribadendo la natura di reato di mero pericolo del delitto di omissione di referto (art. 365 c.p.), ha ritenuto sussistente un obbligo di referto penalmente rilevante rispetto ad un fatto di lesioni personali nel caso in cui il professionista sanitario abbia accertato, in sede di prognosi secondaria, il mero aggravamento delle lesioni personali conseguenti ad un incidente stradale, tali da integrare il reato procedibile d'ufficio di cui all'art. 590-bis c.p., a nulla rilevando che, sulla base di una precedente diagnosi, fosse stata indicata una prognosi meno grave rispetto alla quale il reato sarebbe stato procedibile a querela.
Celani, G., Nota a Cass., Sez. VI, sentenza n. 30456 del 14 ottobre 2020 - 2 novembre 2020, <<RIVISTA ITALIANA DI MEDICINA LEGALE E DEL DIRITTO IN CAMPO SANITARIO>>, 2021; (1): 269-275 [http://hdl.handle.net/10807/191262]
Nota a Cass., Sez. VI, sentenza n. 30456 del 14 ottobre 2020 - 2 novembre 2020
Celani, Giovanni
2021
Abstract
Con la decisione in commento, la Suprema Corte, ribadendo la natura di reato di mero pericolo del delitto di omissione di referto (art. 365 c.p.), ha ritenuto sussistente un obbligo di referto penalmente rilevante rispetto ad un fatto di lesioni personali nel caso in cui il professionista sanitario abbia accertato, in sede di prognosi secondaria, il mero aggravamento delle lesioni personali conseguenti ad un incidente stradale, tali da integrare il reato procedibile d'ufficio di cui all'art. 590-bis c.p., a nulla rilevando che, sulla base di una precedente diagnosi, fosse stata indicata una prognosi meno grave rispetto alla quale il reato sarebbe stato procedibile a querela.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.