Nella Milano della metà degli anni Sessanta, scenario di tensioni socio-politiche in cui emerge forte l'ambizione di sovvertire i modelli culturali vigenti, i poco più che ventenni Gianni-Emilio Simonetti, Gianni Sassi e Sergio Albergoni fondano l'Ed.912, una casa editrice che, in appena due anni, dal 1967 al 1969, dà vita a una pluralità di iniziative e progetti, fra cui riviste, manifesti, libri, oggetti e concerti Fluxus, che la rendono "la più grande casa editrice d'avanguardia in Italia". L'avventura dell'Ed.912 è breve e attraversata da contraddizioni, ma si rivela capace di registrare e riflettere, con assoluto anticipo, la progressiva trasformazione che in quel periodo interessa i territori dell'arte, sempre più influenzati e contaminati dalla nascente cultura alternativa. Si tratta di un mutamento radicale, che risponde alla necessità di una metamorfosi del lavoro culturale, da intendersi come un'azione concreta, reale, politica, lontana da speculazioni meramente teoriche ed estetiche. Con una nota in appendice di Gianni-Emilio Simonetti.
Boragina, F., Editoria e controcultura: la storia dell'Ed.912, postmedia books, Milano 2021:2021 220 [http://hdl.handle.net/10807/191245]
Editoria e controcultura: la storia dell'Ed.912
Boragina, Federica
2021
Abstract
Nella Milano della metà degli anni Sessanta, scenario di tensioni socio-politiche in cui emerge forte l'ambizione di sovvertire i modelli culturali vigenti, i poco più che ventenni Gianni-Emilio Simonetti, Gianni Sassi e Sergio Albergoni fondano l'Ed.912, una casa editrice che, in appena due anni, dal 1967 al 1969, dà vita a una pluralità di iniziative e progetti, fra cui riviste, manifesti, libri, oggetti e concerti Fluxus, che la rendono "la più grande casa editrice d'avanguardia in Italia". L'avventura dell'Ed.912 è breve e attraversata da contraddizioni, ma si rivela capace di registrare e riflettere, con assoluto anticipo, la progressiva trasformazione che in quel periodo interessa i territori dell'arte, sempre più influenzati e contaminati dalla nascente cultura alternativa. Si tratta di un mutamento radicale, che risponde alla necessità di una metamorfosi del lavoro culturale, da intendersi come un'azione concreta, reale, politica, lontana da speculazioni meramente teoriche ed estetiche. Con una nota in appendice di Gianni-Emilio Simonetti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.