Nel contesto della discussione medievale sulla scientificità della teologia e, più in generale, sulla definizione della sua natura sviluppata nei prologi dei Commenti alle Sentenze o nelle prime questioni delle Somme di teologia, dove si trova messa in atto la concezione della teologia astrattamente intesa, uno dei temi particolarmente studiati dall’epistemologia teologica (o metateologia) è quello relativo alla qualità speculativa o pratica della teologia. Lo scopo della presente riflessione consiste nel documentare l’attribuzione del carattere pratico alla teologia in una delle sue forme più convinte, accostando cioè i testi di uno tra i più autorevoli maestri francescani del XIV secolo: Pietro Aureolo († 1322)
Riserbato, D., Agere obiectum. La finalità pratica della teologia come dilectio Dei in Pietro Aureolo, <<DOCTOR VIRTUALIS>>, 2018; 14 (N/A): 67-87 [http://hdl.handle.net/10807/185506]
Agere obiectum. La finalità pratica della teologia come dilectio Dei in Pietro Aureolo
Riserbato, DavidePrimo
2018
Abstract
Nel contesto della discussione medievale sulla scientificità della teologia e, più in generale, sulla definizione della sua natura sviluppata nei prologi dei Commenti alle Sentenze o nelle prime questioni delle Somme di teologia, dove si trova messa in atto la concezione della teologia astrattamente intesa, uno dei temi particolarmente studiati dall’epistemologia teologica (o metateologia) è quello relativo alla qualità speculativa o pratica della teologia. Lo scopo della presente riflessione consiste nel documentare l’attribuzione del carattere pratico alla teologia in una delle sue forme più convinte, accostando cioè i testi di uno tra i più autorevoli maestri francescani del XIV secolo: Pietro Aureolo († 1322)I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.