Spesso in Africa si preferisce la legalità alla legittimità delle proprie classi dirigenti a ricoprire i posti di potere. Sostanziale incapacità di costruire collegamenti con la società civile e di prevenire le crisi politiche; assenza di approccio olistico: queste sono alcune delle frequenti osservazioni da parte di analisti e think tanks occidentali nei confronti delle classi dirigenti africane. Approdare in Africa, indentificare un gruppo all’interno del quale nominare un capo locale che potesse fungere da referente e da rappresentante per interessi commerciali e politici essenzialmente esterni ed estranei al gruppo stesso. Innescare un processo di domanda esterna che potesse modificare radicalmente i percorsi eco ambientali e le più profonde e ancestrali tradizioni per arricchirsi senza alcun interesse per un bene comune che in Africa si basa, non certo senza conflitti, da sempre sullo scambio e sulla solidarietà tra comunità differenti tra loro. Conseguentemente, i processi di verticalizzazione e di polarizzazione del potere, già naturalmente presenti in numerose aree del continente africano, vennero fortemente acuiti da economie che furono coloniali, neocoloniali e concentrate sugli sfruttamenti delle risorse naturali che il continente più ricco del mondo poteva e può offrire alle leadership politiche.
Nicolini, B., Le Classi Dirigenti. Punto debole dell'Africa, <<MISSIONE OGGI>>, 2020; 2020 (6/2020): 36-38 [http://hdl.handle.net/10807/179043]
Le Classi Dirigenti. Punto debole dell'Africa
Nicolini, Beatrice
Primo
2020
Abstract
Spesso in Africa si preferisce la legalità alla legittimità delle proprie classi dirigenti a ricoprire i posti di potere. Sostanziale incapacità di costruire collegamenti con la società civile e di prevenire le crisi politiche; assenza di approccio olistico: queste sono alcune delle frequenti osservazioni da parte di analisti e think tanks occidentali nei confronti delle classi dirigenti africane. Approdare in Africa, indentificare un gruppo all’interno del quale nominare un capo locale che potesse fungere da referente e da rappresentante per interessi commerciali e politici essenzialmente esterni ed estranei al gruppo stesso. Innescare un processo di domanda esterna che potesse modificare radicalmente i percorsi eco ambientali e le più profonde e ancestrali tradizioni per arricchirsi senza alcun interesse per un bene comune che in Africa si basa, non certo senza conflitti, da sempre sullo scambio e sulla solidarietà tra comunità differenti tra loro. Conseguentemente, i processi di verticalizzazione e di polarizzazione del potere, già naturalmente presenti in numerose aree del continente africano, vennero fortemente acuiti da economie che furono coloniali, neocoloniali e concentrate sugli sfruttamenti delle risorse naturali che il continente più ricco del mondo poteva e può offrire alle leadership politiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.