La storia della zecca di Mediolanum, tra fasi di operosità e di inattività, è compresa tra il IV secolo a.C. e il 1892. Per quanto concerne i luoghi in cui venivano coniate le monete, le uniche sedi ben note e ampiamente documentate sono quelle di età moderna e contemporanea, quando sono attivi gli atelier di via Zecca Vecchia (1474-1778) e di via della Moscova (1778-1892). La collocazione delle zecche operative prima del periodo sforzesco è stata invece oggetto di un lungo dibattito, in quanto le fonti, documentarie o materiali, che permetterebbero di localizzarne le sedi all’interno della topografia di Mediolanum, sono tutte di natura indiziaria. Rimangono quindi da individuare non solo l’atelier insubre, ma anche quelli di età romana, tardoantica, altomedievale e comunale. In questo contributo cercherò di fornire nuove chiavi di lettura e prospettive alla vexata quaestio della localizzazione della zecca di età romana e medievale: dopo aver riesaminato integralmente i dati raccolti in oltre un secolo di ricerche, derivanti da fonti di natura archivistica, antiquaria, toponomastica, archeologica, urbanistica e numismatica, proporrò alcune precisazioni e svilupperò nuove considerazioni. Il principale limite negli studi che finora si sono occupati dell’argomento risiede infatti nell’assenza di una lettura complessiva dell’insieme di tracce che, se esaminate settorialmente, appaiono insufficienti per giungere a qualsiasi conclusione, mentre sembrano convergere nella stessa direzione quando sono sottoposte ad una visione globale. Tale analisi sembra pertanto avvalorare l’ipotesi, avanzata per la prima volta da Attilio De Marchi nel 1917, che identificava la sede dell’atelier di età romana, forse avente continuità d’uso nel medioevo, in un edificio messo in luce nel 1908 in via Moneta, presso il foro di Mediolanum.
Bona, A., Opulens moneta. Nuove considerazioni sulla sede della zecca romana e medievale di Mediolanum, <<RIVISTA ITALIANA DI NUMISMATICA E SCIENZE AFFINI>>, 2021; (122): 235-276 [http://hdl.handle.net/10807/176980]
Opulens moneta. Nuove considerazioni sulla sede della zecca romana e medievale di Mediolanum
Bona, Alessandro
2021
Abstract
La storia della zecca di Mediolanum, tra fasi di operosità e di inattività, è compresa tra il IV secolo a.C. e il 1892. Per quanto concerne i luoghi in cui venivano coniate le monete, le uniche sedi ben note e ampiamente documentate sono quelle di età moderna e contemporanea, quando sono attivi gli atelier di via Zecca Vecchia (1474-1778) e di via della Moscova (1778-1892). La collocazione delle zecche operative prima del periodo sforzesco è stata invece oggetto di un lungo dibattito, in quanto le fonti, documentarie o materiali, che permetterebbero di localizzarne le sedi all’interno della topografia di Mediolanum, sono tutte di natura indiziaria. Rimangono quindi da individuare non solo l’atelier insubre, ma anche quelli di età romana, tardoantica, altomedievale e comunale. In questo contributo cercherò di fornire nuove chiavi di lettura e prospettive alla vexata quaestio della localizzazione della zecca di età romana e medievale: dopo aver riesaminato integralmente i dati raccolti in oltre un secolo di ricerche, derivanti da fonti di natura archivistica, antiquaria, toponomastica, archeologica, urbanistica e numismatica, proporrò alcune precisazioni e svilupperò nuove considerazioni. Il principale limite negli studi che finora si sono occupati dell’argomento risiede infatti nell’assenza di una lettura complessiva dell’insieme di tracce che, se esaminate settorialmente, appaiono insufficienti per giungere a qualsiasi conclusione, mentre sembrano convergere nella stessa direzione quando sono sottoposte ad una visione globale. Tale analisi sembra pertanto avvalorare l’ipotesi, avanzata per la prima volta da Attilio De Marchi nel 1917, che identificava la sede dell’atelier di età romana, forse avente continuità d’uso nel medioevo, in un edificio messo in luce nel 1908 in via Moneta, presso il foro di Mediolanum.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.