Personalità particolarmente attiva negli anni della stagione repubblicana e autore di una vasta produzione pubblicistica e letteraria che mirava, sovente, a celebrare il potere e la figura di Bonaparte, Giuseppe Lattanzi (1762-1822) si cimentò, nella primavera del 1804, nella redazione del Processo contro Georges, Pichegru, il generale Moreau: la traduzione compendiata in tre tomi – poi fatta stampare a Milano presso la Stamperia e Fonderia al Genio – dell’istruttoria che la Cour de justice criminelle et spéciale del dipartimento della Senna aveva istruito in quei mesi contro gli artefici della cospirazione dell’anno XII, il complotto di ascendenza legittimista che si proponeva di rovesciare il governo consolare e a cui non erano estranei i ranghi dell’esercito. Abilmente sfruttato dal console a vita per allargare le basi del proprio consenso politico, l’affaire – che oltre a portare all’arresto del capo chouan Cadoudal, del generale Pichegru e del rivale di Bonaparte Moreau, culminò nella condanna a morte del duca d’Enghien – offrì infatti a Lattanzi l’occasione per fornire una testimonianza tangibile di vivo (sebbene non disinteressato) attaccamento per il regime e per il presidente della Repubblica italiana, figura a cui all’indomani della battaglia di Marengo aveva dedicato numerosi componimenti poetici di carattere encomiastico e per il quale avrebbe scritto, nei mesi successivi, l’azione drammatica Carlo Magno in Pavia. Oltre a mettere in luce il forte impatto che la cospirazione dell’anno XII esercitò sulla vasta produzione poetica dell’autore, l’intervento intende riflettere, nel contempo, sugli obiettivi che Lattanzi si propose di conseguire attraverso la pubblicazione compendiata del Procès, nonché di analizzare le strategie a cui egli fece ricorso per conferire a quest’opera – certamente rappresentativa per la stagione in cui fu scritta – una capillare diffusione nei dipartimenti amministrati dal Melzi e di riflettere sulle motivazioni che, nonostante gli iniziali apprezzamenti esternati del governo, avrebbero infine influito sulla sua limitata e postuma fortuna.

Benzoni, R., La traduzione di un acceso “Procès” alla vigilia della proclamazione dell’Impero. Giuseppe Lattanzi e la celebrazione del potere consolare, in Gli scritti di una stagione. Libri e autori dell’età rivoluzionaria e napoleonica in Italia, (Milano, Università degli studi di Milano, Via Festa del Perdono 7, aula E. Brambilla, 14-15 October 2019), FrancoAngeli, Milano 2020: 59-76 [http://hdl.handle.net/10807/173383]

La traduzione di un acceso “Procès” alla vigilia della proclamazione dell’Impero. Giuseppe Lattanzi e la celebrazione del potere consolare

Benzoni, Riccardo
Primo
2020

Abstract

Personalità particolarmente attiva negli anni della stagione repubblicana e autore di una vasta produzione pubblicistica e letteraria che mirava, sovente, a celebrare il potere e la figura di Bonaparte, Giuseppe Lattanzi (1762-1822) si cimentò, nella primavera del 1804, nella redazione del Processo contro Georges, Pichegru, il generale Moreau: la traduzione compendiata in tre tomi – poi fatta stampare a Milano presso la Stamperia e Fonderia al Genio – dell’istruttoria che la Cour de justice criminelle et spéciale del dipartimento della Senna aveva istruito in quei mesi contro gli artefici della cospirazione dell’anno XII, il complotto di ascendenza legittimista che si proponeva di rovesciare il governo consolare e a cui non erano estranei i ranghi dell’esercito. Abilmente sfruttato dal console a vita per allargare le basi del proprio consenso politico, l’affaire – che oltre a portare all’arresto del capo chouan Cadoudal, del generale Pichegru e del rivale di Bonaparte Moreau, culminò nella condanna a morte del duca d’Enghien – offrì infatti a Lattanzi l’occasione per fornire una testimonianza tangibile di vivo (sebbene non disinteressato) attaccamento per il regime e per il presidente della Repubblica italiana, figura a cui all’indomani della battaglia di Marengo aveva dedicato numerosi componimenti poetici di carattere encomiastico e per il quale avrebbe scritto, nei mesi successivi, l’azione drammatica Carlo Magno in Pavia. Oltre a mettere in luce il forte impatto che la cospirazione dell’anno XII esercitò sulla vasta produzione poetica dell’autore, l’intervento intende riflettere, nel contempo, sugli obiettivi che Lattanzi si propose di conseguire attraverso la pubblicazione compendiata del Procès, nonché di analizzare le strategie a cui egli fece ricorso per conferire a quest’opera – certamente rappresentativa per la stagione in cui fu scritta – una capillare diffusione nei dipartimenti amministrati dal Melzi e di riflettere sulle motivazioni che, nonostante gli iniziali apprezzamenti esternati del governo, avrebbero infine influito sulla sua limitata e postuma fortuna.
2020
Italiano
Gli scritti di una stagione. Libri e autori dell’età rivoluzionaria e napoleonica in Italia
Gli scritti di una stagione: libri e autori dell’età rivoluzionaria e napoleonica in Italia
Milano, Università degli studi di Milano, Via Festa del Perdono 7, aula E. Brambilla
14-ott-2019
15-ott-2019
978-88-351-0838-2
FrancoAngeli
Benzoni, R., La traduzione di un acceso “Procès” alla vigilia della proclamazione dell’Impero. Giuseppe Lattanzi e la celebrazione del potere consolare, in Gli scritti di una stagione. Libri e autori dell’età rivoluzionaria e napoleonica in Italia, (Milano, Università degli studi di Milano, Via Festa del Perdono 7, aula E. Brambilla, 14-15 October 2019), FrancoAngeli, Milano 2020: 59-76 [http://hdl.handle.net/10807/173383]
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