La drammatica esperienza collettiva ed esistenziale, connessa alla diffusione del virus Covid-19, interroga profondamente la sensibilità di ciascuno, generando una inattesa percezione di fragilità e ponendo complessi dilemmi etici, sociali e giuridici. Di questa immane crisi si può e si deve fare ‘buon uso’, attraverso la rinnovata consapevolezza della necessità che le regole, dalla cui osservanza o trasgressione può dipendere l’esistenza stessa delle persone, si fondino a ogni livello su ciò che è davvero essenziale per gli esseri umani. A questo ascolto della ‘voce della vita’, cui dovrebbe tornare a ispirarsi l’intero ordinamento normativo, educa la letteratura, che insegna a contrastare l’illusione di poter placare la paura tramite la ricerca di capri espiatori e a trarre dalle situazioni difficili elementi di positività. Su tali premesse si sviluppano i pregevoli contributi raccolti nel volume "Le regole e la vita. Del buon uso di una crisi, tra letteratura e diritto", nato dalla aspettativa e dalla speranza dell’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia Penale di poter presentare al Paese e alla comunità accademica il doloroso problema della pandemia, con l’obiettivo di creare condizioni idonee a promuovere il patrimonio di intelligenza e di impegno delle nuove generazioni.
Donati, G., Recensione a "Gabrio Forti (a cura di), "Le regole e la vita. Del buon uso di una crisi, tra letteratura e diritto" Vita e Pensiero, Milano 2020", <<RIVISTA ITALIANA DI MEDICINA LEGALE E DEL DIRITTO IN CAMPO SANITARIO>>, 2020; 2020 (3):1719-1722 [http://hdl.handle.net/10807/170486]
Recensione di G. Forti (a cura di), “Le regole e la vita. Del buon uso di una crisi, tra letteratura e diritto”, Vita e Pensiero, Milano, 2020
Donati, Gaia
2020
Abstract
La drammatica esperienza collettiva ed esistenziale, connessa alla diffusione del virus Covid-19, interroga profondamente la sensibilità di ciascuno, generando una inattesa percezione di fragilità e ponendo complessi dilemmi etici, sociali e giuridici. Di questa immane crisi si può e si deve fare ‘buon uso’, attraverso la rinnovata consapevolezza della necessità che le regole, dalla cui osservanza o trasgressione può dipendere l’esistenza stessa delle persone, si fondino a ogni livello su ciò che è davvero essenziale per gli esseri umani. A questo ascolto della ‘voce della vita’, cui dovrebbe tornare a ispirarsi l’intero ordinamento normativo, educa la letteratura, che insegna a contrastare l’illusione di poter placare la paura tramite la ricerca di capri espiatori e a trarre dalle situazioni difficili elementi di positività. Su tali premesse si sviluppano i pregevoli contributi raccolti nel volume "Le regole e la vita. Del buon uso di una crisi, tra letteratura e diritto", nato dalla aspettativa e dalla speranza dell’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia Penale di poter presentare al Paese e alla comunità accademica il doloroso problema della pandemia, con l’obiettivo di creare condizioni idonee a promuovere il patrimonio di intelligenza e di impegno delle nuove generazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.