Il coronavirus è sbocciato come un germoglio del male, quasi alla fine dell’inverno, a cavallo con quella che dovrebbe essere una delle più belle stagioni in assoluto: la primavera. È entrato nella vita di ogni individuo silenziosamente, ma arrivando talmente forte da togliere il fiato, letteralmente. Ha gettato un’ombra sul mondo, provocando un forte e radicato sconforto, mettendo l’essere umano a nudo nella sua natura, nella sua paura, nella sua angoscia più profonda: il terrore di morire. Il virus non ha risparmiato nessuno, si è distribuito a macchia d’olio in qualsiasi regione e continente, non facendo distinzioni di nessun tipo ed è rapidamente arrivato a tingere di scuro anche le sbarre delle carceri, dove già si respira quotidianamente un’aria tesa e dolorosa.
Zucca, J., Bassanini, F., Sorge, A., Saita, E., Coronavirus: il germoglio del male tra le sbarre, <<RISTRETTI ORIZZONTI>>, 2020; (giugno): 1-4 [http://hdl.handle.net/10807/167628]
Coronavirus: il germoglio del male tra le sbarre
Sorge, AntoniaMethodology
;Saita, Emanuela
Conceptualization
2020
Abstract
Il coronavirus è sbocciato come un germoglio del male, quasi alla fine dell’inverno, a cavallo con quella che dovrebbe essere una delle più belle stagioni in assoluto: la primavera. È entrato nella vita di ogni individuo silenziosamente, ma arrivando talmente forte da togliere il fiato, letteralmente. Ha gettato un’ombra sul mondo, provocando un forte e radicato sconforto, mettendo l’essere umano a nudo nella sua natura, nella sua paura, nella sua angoscia più profonda: il terrore di morire. Il virus non ha risparmiato nessuno, si è distribuito a macchia d’olio in qualsiasi regione e continente, non facendo distinzioni di nessun tipo ed è rapidamente arrivato a tingere di scuro anche le sbarre delle carceri, dove già si respira quotidianamente un’aria tesa e dolorosa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.