Nell’Italia del secondo dopoguerra la condizione dei bambini abbandonati rappresentava un importante problema educativo, oltre che sociale. A causa di una prolungata solitudine e di misere condizioni di vita, molti di questi minori si riversavano nelle strade cittadine, dedicandosi al vagabondaggio, all’accattonaggio o a piccoli lavori in nero. Nella Piacenza di fine 1948, il frate francescano Gherardo Gubertini istituì per loro la “Casa del Fanciullo”. Con la sua opera egli aspirava prima di tutto a includere i bambini nella società, promuovendo un’azione educativa globale incentrata sulla scolarizzazione e sulla formazione professionale. Investendo anche sulle famiglie di tali minori, responsabilizzate nella loro primaria funzione educativa, padre Gubertini prese le distanze dalla diffusa pratica del ricovero in istituto, prevedendo invece un’accoglienza semi-residenziale. Il paper presenta gli esiti di un’inedita ricerca bibliografica e archivistica, che pone la storia della “Casa del Fanciullo” nel più ampio panorama educativo italiano del tempo.
Debe', A., Padre Gherardo e la "Casa del Fanciullo": l’educazione dei bambini abbandonati nella Piacenza del secondo dopoguerra, <<PEDAGOGIA OGGI>>, 2020; XVIII (2): 102-114. [doi:10.7346/PO-022020-08] [http://hdl.handle.net/10807/165830]
Padre Gherardo e la "Casa del Fanciullo": l’educazione dei bambini abbandonati nella Piacenza del secondo dopoguerra
Debe', Anna
2020
Abstract
Nell’Italia del secondo dopoguerra la condizione dei bambini abbandonati rappresentava un importante problema educativo, oltre che sociale. A causa di una prolungata solitudine e di misere condizioni di vita, molti di questi minori si riversavano nelle strade cittadine, dedicandosi al vagabondaggio, all’accattonaggio o a piccoli lavori in nero. Nella Piacenza di fine 1948, il frate francescano Gherardo Gubertini istituì per loro la “Casa del Fanciullo”. Con la sua opera egli aspirava prima di tutto a includere i bambini nella società, promuovendo un’azione educativa globale incentrata sulla scolarizzazione e sulla formazione professionale. Investendo anche sulle famiglie di tali minori, responsabilizzate nella loro primaria funzione educativa, padre Gubertini prese le distanze dalla diffusa pratica del ricovero in istituto, prevedendo invece un’accoglienza semi-residenziale. Il paper presenta gli esiti di un’inedita ricerca bibliografica e archivistica, che pone la storia della “Casa del Fanciullo” nel più ampio panorama educativo italiano del tempo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.