Nella poesia georgiana della maturità il rapporto tra bellezza stilistica e bellezza spirituale muta in modo radicale: la raffinatezza stilistica non è più una scelta ad arbitrium del poeta, ma una necessità connaturata al contenuto dei nuovi versi, volti a celebrare lo splendore dello spirito divino e della parte più profonda dell’anima umana, anch’essa detta ‘spirito’. Questo cambiamento di prospettiva si sviluppa di pari passo con la diffusione, in Germania, della tradizione mistica medievale. George assume nei confronti della mistica un atteggiamento ambivalente: se da un lato ne prende le distanze, poiché la mette in relazione con tutte quelle indagini sull’aldilà che, allontanandosi dalla vita terrena, minacciano di svuotare di senso l’esistenza umana, dall’altro non manca di esprimere commenti positivi sull’opera di singoli mistici, come Meister Eckhart. Il presente contributo si focalizza da un lato sulla raccolta georgiana in cui le parole ‘anima’ (intesa come fondo dell’anima) e ‘spirito’ ricorrono più frequentemente – La stella dell’alleanza (Der Stern des Bundes, 1914) – e dall’altro su alcune fonti mistiche quasi completamente ignorate dalla critica georgiana, ossia specifici passi degli scritti eckhartiani e l’opera principe del cosiddetto «versificateur d’Eckhart»: Il Pellegrino cherubico (Cherubinischer Wandersmann, 1675) di Angelus Silesius.
Colombo, G., Anima, spirito e bellezza in “Der Stern des Bundes” di Stefan George, <<HUMANITAS>>, 2020; LXXV (4): 560-571 [http://hdl.handle.net/10807/165549]
Anima, spirito e bellezza in “Der Stern des Bundes” di Stefan George
Colombo, Gloria
2020
Abstract
Nella poesia georgiana della maturità il rapporto tra bellezza stilistica e bellezza spirituale muta in modo radicale: la raffinatezza stilistica non è più una scelta ad arbitrium del poeta, ma una necessità connaturata al contenuto dei nuovi versi, volti a celebrare lo splendore dello spirito divino e della parte più profonda dell’anima umana, anch’essa detta ‘spirito’. Questo cambiamento di prospettiva si sviluppa di pari passo con la diffusione, in Germania, della tradizione mistica medievale. George assume nei confronti della mistica un atteggiamento ambivalente: se da un lato ne prende le distanze, poiché la mette in relazione con tutte quelle indagini sull’aldilà che, allontanandosi dalla vita terrena, minacciano di svuotare di senso l’esistenza umana, dall’altro non manca di esprimere commenti positivi sull’opera di singoli mistici, come Meister Eckhart. Il presente contributo si focalizza da un lato sulla raccolta georgiana in cui le parole ‘anima’ (intesa come fondo dell’anima) e ‘spirito’ ricorrono più frequentemente – La stella dell’alleanza (Der Stern des Bundes, 1914) – e dall’altro su alcune fonti mistiche quasi completamente ignorate dalla critica georgiana, ossia specifici passi degli scritti eckhartiani e l’opera principe del cosiddetto «versificateur d’Eckhart»: Il Pellegrino cherubico (Cherubinischer Wandersmann, 1675) di Angelus Silesius.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.