All’indomani della caduta del Regno d’Italia napoleonico (1814), le ritrattazioni inviate al pontefice Pio VII dai vescovi e dagli alti prelati che, nel recente passato francese, avevano accettato la nomina episcopale dal sovrano dei Francesi contravvenendo alle disposizioni della Santa Sede, furono caratterizzate dall’unanime condanna nei confronti di Bonaparte e della sua politica religiosa. Nei documenti, l’Imperatore era ritratto come “despota”, “dominatore”, “usurpatore” dei diritti temporali e spirituali della Sede Apostolica e della Chiesa di Roma, aspetti che contribuirono ad alimentarne la nascente leggenda nera, nel clima dell’incipiente Restaurazione. Toni aspri e severi, che contrastavano con le espressioni di carattere elogiativo e adulatorio che, negli anni precedenti, avevano permeato le omelie dei parroci e le circolari degli ordinari diocesani del Regno d’Italia, nelle quali Bonaparte, l’“Inviato della Provvidenza”, l’“Unto del Signore”, era celebrato e presentato ai fedeli quale degno erede delle più note figure della Scrittura veterotestamentaria: Ciro, David e Mosè. Attraverso l’analisi dei contenuti delle circolari vescovili e delle omelie pronunciate in occasione delle feste politiche del 15 agosto e dell’anniversario dell’incoronazione, l’intervento si propone di mettere in luce gli elementi cultuali e religiosi che accompagnarono e alimentarono la sacralizzazione del potere di Napoleone nel Regno d’Italia.

Benzoni, R., Da “nuovo David” a “despota”: il mito di Napoleone tra Regno d’Italia e Restaurazione, in Milano 1814. La fine di una capitale, (MILANO -- ITA, 03-04 December 2014), FrancoAngeli, MILANO -- ITA 2019: 94-109 [http://hdl.handle.net/10807/153263]

Da “nuovo David” a “despota”: il mito di Napoleone tra Regno d’Italia e Restaurazione

Benzoni, Riccardo
2019

Abstract

All’indomani della caduta del Regno d’Italia napoleonico (1814), le ritrattazioni inviate al pontefice Pio VII dai vescovi e dagli alti prelati che, nel recente passato francese, avevano accettato la nomina episcopale dal sovrano dei Francesi contravvenendo alle disposizioni della Santa Sede, furono caratterizzate dall’unanime condanna nei confronti di Bonaparte e della sua politica religiosa. Nei documenti, l’Imperatore era ritratto come “despota”, “dominatore”, “usurpatore” dei diritti temporali e spirituali della Sede Apostolica e della Chiesa di Roma, aspetti che contribuirono ad alimentarne la nascente leggenda nera, nel clima dell’incipiente Restaurazione. Toni aspri e severi, che contrastavano con le espressioni di carattere elogiativo e adulatorio che, negli anni precedenti, avevano permeato le omelie dei parroci e le circolari degli ordinari diocesani del Regno d’Italia, nelle quali Bonaparte, l’“Inviato della Provvidenza”, l’“Unto del Signore”, era celebrato e presentato ai fedeli quale degno erede delle più note figure della Scrittura veterotestamentaria: Ciro, David e Mosè. Attraverso l’analisi dei contenuti delle circolari vescovili e delle omelie pronunciate in occasione delle feste politiche del 15 agosto e dell’anniversario dell’incoronazione, l’intervento si propone di mettere in luce gli elementi cultuali e religiosi che accompagnarono e alimentarono la sacralizzazione del potere di Napoleone nel Regno d’Italia.
2019
Italiano
Milano 1814. La fine di una capitale
Milano 1814, La fine di una capitale
MILANO -- ITA
3-dic-2014
4-dic-2014
978-88-917-7800-0
FrancoAngeli
Benzoni, R., Da “nuovo David” a “despota”: il mito di Napoleone tra Regno d’Italia e Restaurazione, in Milano 1814. La fine di una capitale, (MILANO -- ITA, 03-04 December 2014), FrancoAngeli, MILANO -- ITA 2019: 94-109 [http://hdl.handle.net/10807/153263]
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