Le avventure dei cavalieri non finiscono con don Chisciotte. Il Novecento prende ancora sul serio la follia di Orlando, i voli di Astolfo, l’anarchia di Rinaldo e di Morgante, l’erranza di Guerrino il Meschino, la lotta dei cristiani contro i musulmani. Lo fa però da nuove angolazioni, per confrontarsi con i problemi epocali che il mondo contemporaneo pone: le minacce del progresso tecnologico, la fragilità delle democrazie, l’involuzione della classe dirigente, la crisi della borghesia, le contraddizioni del sistema scolastico, il collasso dell’antropologia rurale e dei dialetti al cospetto della globalizzazione. Raccontando i poemi alla radio come fanno Antonio Baldini, Italo Calvino, Alfredo Giuliani, Giorgio Manganelli e Franco Fortini, o dilatando gli spazi critici e creativi alla maniera di Gianni Celati e Paolo Nori, di Gesualdo Bufalino e Giuseppe Pederiali, gli scrittori guardano ai classici per mettere in discussione i paradigmi della modernità, ma anche per riconoscersi in una patria culturale da condividere con il vasto pubblico. Elaborando proposte di letteratura e di società tra loro alternative, spesso inconciliabili, che riflettono le tensioni di un’Italia drammaticamente divisa.
Savio, D., Il mondo si legge all'incontrario. La materia cavalleresca nel Novecento, Interlinea Edizioni, Novara 2020:<<BIBLIOTECA LETTERARIA DELL'ITALIA UNITA>>,29 256 [http://hdl.handle.net/10807/152981]
Il mondo si legge all'incontrario. La materia cavalleresca nel Novecento
Savio, Davide
2020
Abstract
Le avventure dei cavalieri non finiscono con don Chisciotte. Il Novecento prende ancora sul serio la follia di Orlando, i voli di Astolfo, l’anarchia di Rinaldo e di Morgante, l’erranza di Guerrino il Meschino, la lotta dei cristiani contro i musulmani. Lo fa però da nuove angolazioni, per confrontarsi con i problemi epocali che il mondo contemporaneo pone: le minacce del progresso tecnologico, la fragilità delle democrazie, l’involuzione della classe dirigente, la crisi della borghesia, le contraddizioni del sistema scolastico, il collasso dell’antropologia rurale e dei dialetti al cospetto della globalizzazione. Raccontando i poemi alla radio come fanno Antonio Baldini, Italo Calvino, Alfredo Giuliani, Giorgio Manganelli e Franco Fortini, o dilatando gli spazi critici e creativi alla maniera di Gianni Celati e Paolo Nori, di Gesualdo Bufalino e Giuseppe Pederiali, gli scrittori guardano ai classici per mettere in discussione i paradigmi della modernità, ma anche per riconoscersi in una patria culturale da condividere con il vasto pubblico. Elaborando proposte di letteratura e di società tra loro alternative, spesso inconciliabili, che riflettono le tensioni di un’Italia drammaticamente divisa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.