Ai fini della prova scientifica di infermità mentale, nell’ambito del giudizio di imputabilità, anche il lavoro peritale può essere segnato da fallacie, che ne inficiano l’affidabilità scientifica e di cui anche il giudice deve essere consapevole. Nel presente contributo viene offerta una sintetica panoramica di questi errori, in cui più facilmente possono incorrere gli psichiatri e gli psicologi forensi, anche attraverso alcuni significativi casi giurisprudenziali, che sono stati al centro di un confronto critico nella stessa comunità scientifica di riferimento. Si tratta di casi in cui gli esperti si sono avvalsi anche dell’apporto delle neuroscienze per rendere più convincenti le loro conclusioni sulla capacità di intendere e di volere dell’imputato, la quali però sarebbero state caratterizzate da lacune tali da renderle scientificamente inaffidabili anche agli occhi dei giudici. Ma, nonostante le fallacie cognitive possano inficiare le stesse risultanze neuroscientifiche, queste ultime potrebbero rivelarsi comunque particolarmente utili, come ad esempio nel caso del giocatore d’azzardo patologico o per formulare prognosi di pericolosità sociale, anche con l’utilizzo di algoritmi c. d. predittivi.
Bertolino, M., Problematiche neuroscientifiche tra fallacie cognitive e prove di imputabilità e pericolosità sociale, <<DIRITTO PENALE E PROCESSO>>, 2020; 2020/1 (1): 40-48 [http://hdl.handle.net/10807/152657]
Problematiche neuroscientifiche tra fallacie cognitive e prove di imputabilità e pericolosità sociale
Bertolino, Marta
2020
Abstract
Ai fini della prova scientifica di infermità mentale, nell’ambito del giudizio di imputabilità, anche il lavoro peritale può essere segnato da fallacie, che ne inficiano l’affidabilità scientifica e di cui anche il giudice deve essere consapevole. Nel presente contributo viene offerta una sintetica panoramica di questi errori, in cui più facilmente possono incorrere gli psichiatri e gli psicologi forensi, anche attraverso alcuni significativi casi giurisprudenziali, che sono stati al centro di un confronto critico nella stessa comunità scientifica di riferimento. Si tratta di casi in cui gli esperti si sono avvalsi anche dell’apporto delle neuroscienze per rendere più convincenti le loro conclusioni sulla capacità di intendere e di volere dell’imputato, la quali però sarebbero state caratterizzate da lacune tali da renderle scientificamente inaffidabili anche agli occhi dei giudici. Ma, nonostante le fallacie cognitive possano inficiare le stesse risultanze neuroscientifiche, queste ultime potrebbero rivelarsi comunque particolarmente utili, come ad esempio nel caso del giocatore d’azzardo patologico o per formulare prognosi di pericolosità sociale, anche con l’utilizzo di algoritmi c. d. predittivi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.