L’articolo prende le mosse dalla constatazione dei due fattori principali che caratterizzano la legislatura regionale 2000-2005 in materia sanitaria, che sono individuati nell’attuazione del d.lgs. 229/1999 (c.d. riforma ter), quale atto contenente le norme di principio della legislazione statale in materia, e nell’entrata in vigore del nuovo Titolo V. Rilevando i punti di contatto, ma pure le distanze tra i due interventi di riforma in ordine alla materia sanitaria, l’articolo si pone l’obiettivo di tracciare un bilancio della legislazione regionale nel periodo selezionato, valutandone da un lato gli elementi di differenziazione, che possono indurre al riconoscimento di modelli regionali di sanità, e dall’altro lato i legami saldi degli statuti e delle leggi regionali con i principi fondamentali del Servizio sanitario nazionale rinvenibili nella legislazione statale, i quali mostrano una tendenza alla coesione dei diversi S.s.r. intorno a finalità, ma pure soluzioni organizzative, comuni. La disamina della legislazione regionale compiuta nell’articolo, supportata dalla più aggiornata dottrina applicatasi al tema, rivela che i legislatori regionali, nell’intervenire sui propri sistemi sanitari in presenza di un quadro costituzionale che ha loro concesso più estesi margini di manovra, abbiano, in una contraddizione solo apparente, dimostrato la stessa tensione a garantire una continuità tra il piano delle norme legislative di principio (direttamente connesse ai principi costituzionali) e il piano delle norme di organizzazione dei servizi dimostrata dal legislatore statale del 1998-1999. Risulta così evidente che le regioni più attente a praticare gli spazi aperti dalla revisione del Titolo V – la cui portata è presa in considerazione a partire dall’esame della giurisprudenza costituzionale in materia – si siano mosse alla ricerca di soluzioni organizzative talora sensibilmente variegate, ma marcatamente coerenti con la funzione di tutela della salute che la Costituzione assegna tanto al legislatore statale quanto a quello regionale nel quadro dei principi di eguaglianza, solidarietà e autonomia. In tal senso, l’articolo rileva altresì che, pur in presenza di premesse astratte per una differenziazione ancor più netta tra sistemi regionali, la convergenza dei legislatori regionali possa registrarsi anche con riferimento alla materia sociale, che strettamente si lega a quella sanitaria, ma che a differenza di quest’ultima è stata ricollocata dalla revisione costituzionale del 2001 nell’ambito della potestà legislativa regionale residuale. Al proposito, l’articolo porta in superficie i fenomeni di mimesi tra le legislazioni relative alle due materie, alla cui base può sempre cogliersi l’operatività di esigenze radicate nella garanzia di diritti fondamentali della persona umana sanciti dalla carta costituzionale. Così, l’adesione “spontanea” delle leggi regionali in materia di assistenza sociale alla legge quadro statale (l. 328/2000), la cui portata precettiva è stata ridotta dalla revisione del Titolo V, mostra tanto la resistenza di principi comuni quanto la volontà dei legislatori regionali di adattare i propri servizi ai caratteri peculiari dei propri territori e delle proprie popolazioni. Infine, l’articolo propone una ricostruzione della giurisprudenza costituzionale in materia sanitaria guidata dai medesimi obiettivi scientifici relativi al bilancio tracciato in ordine alla legislazione, individuando gli orientamenti di maggior peso tanto con riferimento ai confinamenti materiali cui la Corte è stata ripetutamente chiamata in ragione del rinnovato riparto di potestà legislativa, quanto con riferimento ai principi fondamentali che la stessa Corte ha in quelle occasioni potuto isolare come elementi di tenuta e coesione all’interno di un comparto nel cui ambito, probabilmente, il regionalismo italiano presenta il maggior grado di avanzamento.

Balduzzi, R., Cinque anni di legislazione sanitaria decentrata: varietà e coesione di un sistema nazional-regionale, <<LE REGIONI>>, 2005; (5): 717-742 [http://hdl.handle.net/10807/152379]

Cinque anni di legislazione sanitaria decentrata: varietà e coesione di un sistema nazional-regionale

Balduzzi, Renato
2005

Abstract

L’articolo prende le mosse dalla constatazione dei due fattori principali che caratterizzano la legislatura regionale 2000-2005 in materia sanitaria, che sono individuati nell’attuazione del d.lgs. 229/1999 (c.d. riforma ter), quale atto contenente le norme di principio della legislazione statale in materia, e nell’entrata in vigore del nuovo Titolo V. Rilevando i punti di contatto, ma pure le distanze tra i due interventi di riforma in ordine alla materia sanitaria, l’articolo si pone l’obiettivo di tracciare un bilancio della legislazione regionale nel periodo selezionato, valutandone da un lato gli elementi di differenziazione, che possono indurre al riconoscimento di modelli regionali di sanità, e dall’altro lato i legami saldi degli statuti e delle leggi regionali con i principi fondamentali del Servizio sanitario nazionale rinvenibili nella legislazione statale, i quali mostrano una tendenza alla coesione dei diversi S.s.r. intorno a finalità, ma pure soluzioni organizzative, comuni. La disamina della legislazione regionale compiuta nell’articolo, supportata dalla più aggiornata dottrina applicatasi al tema, rivela che i legislatori regionali, nell’intervenire sui propri sistemi sanitari in presenza di un quadro costituzionale che ha loro concesso più estesi margini di manovra, abbiano, in una contraddizione solo apparente, dimostrato la stessa tensione a garantire una continuità tra il piano delle norme legislative di principio (direttamente connesse ai principi costituzionali) e il piano delle norme di organizzazione dei servizi dimostrata dal legislatore statale del 1998-1999. Risulta così evidente che le regioni più attente a praticare gli spazi aperti dalla revisione del Titolo V – la cui portata è presa in considerazione a partire dall’esame della giurisprudenza costituzionale in materia – si siano mosse alla ricerca di soluzioni organizzative talora sensibilmente variegate, ma marcatamente coerenti con la funzione di tutela della salute che la Costituzione assegna tanto al legislatore statale quanto a quello regionale nel quadro dei principi di eguaglianza, solidarietà e autonomia. In tal senso, l’articolo rileva altresì che, pur in presenza di premesse astratte per una differenziazione ancor più netta tra sistemi regionali, la convergenza dei legislatori regionali possa registrarsi anche con riferimento alla materia sociale, che strettamente si lega a quella sanitaria, ma che a differenza di quest’ultima è stata ricollocata dalla revisione costituzionale del 2001 nell’ambito della potestà legislativa regionale residuale. Al proposito, l’articolo porta in superficie i fenomeni di mimesi tra le legislazioni relative alle due materie, alla cui base può sempre cogliersi l’operatività di esigenze radicate nella garanzia di diritti fondamentali della persona umana sanciti dalla carta costituzionale. Così, l’adesione “spontanea” delle leggi regionali in materia di assistenza sociale alla legge quadro statale (l. 328/2000), la cui portata precettiva è stata ridotta dalla revisione del Titolo V, mostra tanto la resistenza di principi comuni quanto la volontà dei legislatori regionali di adattare i propri servizi ai caratteri peculiari dei propri territori e delle proprie popolazioni. Infine, l’articolo propone una ricostruzione della giurisprudenza costituzionale in materia sanitaria guidata dai medesimi obiettivi scientifici relativi al bilancio tracciato in ordine alla legislazione, individuando gli orientamenti di maggior peso tanto con riferimento ai confinamenti materiali cui la Corte è stata ripetutamente chiamata in ragione del rinnovato riparto di potestà legislativa, quanto con riferimento ai principi fondamentali che la stessa Corte ha in quelle occasioni potuto isolare come elementi di tenuta e coesione all’interno di un comparto nel cui ambito, probabilmente, il regionalismo italiano presenta il maggior grado di avanzamento.
2005
Italiano
Balduzzi, R., Cinque anni di legislazione sanitaria decentrata: varietà e coesione di un sistema nazional-regionale, <<LE REGIONI>>, 2005; (5): 717-742 [http://hdl.handle.net/10807/152379]
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10807/152379
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact