La partnership transatlantica è uno dei pilastri su cui si fonda l’ordine internazionale contemporaneo. Il mantenimento di un’alleanza coesa ed efficiente tra Stati Uniti ed Europa è quindi nell’interesse non solo delle parti in causa, ma anche della stabilità del sistema internazionale. Questo obiettivo, apparentemente raggiunto e consolidato nonostante l’assenza di una minaccia comune, si basa tuttavia su basi tutt’altro che solide. Nonostante i molti motivi di cooperazione tra le due sponde dell’Atlantico, infatti, le ragioni di tensione tra Stati Uniti e partner europei abbondano. vanno ben oltre non mancano. Obiettivo del saggio è di indagare le implicazioni del technology gap sulle relazioni tra le due sponde dell’Atlantico. Il termine, frequentemente assorbito nel più ampio concetto di capabilities gap, sta genericamente ad indicare la lacuna in termini tecnologici che le Forze Armate europee devono colmare per raggiungere il livello di sofisticazione dell’esercito americano. L’ipotesi che la maggioranza degli analisti sostiene al riguardo è che un’alleanza più equilibrata sarebbe più efficiente e, conseguentemente, più salda. La prescrizione che viene quindi sviluppata è che gli Stati europei dovrebbero impegnarsi maggiormente per modernizzare le proprie forze di difesa secondo l’esempio americano. Il paper, al contrario, intende sottolineare gli effetti benefici del technology gap, per concludere che sarebbe tanto illusorio quanto inutile cercare di avvicinarsi alla leadership americana. Per sviluppare questa argomentazione, si cercherà in primo luogo di quantificare le dimensioni del gap – con particolare riferimento alla cosiddetta “revolution in military affairs”. Si procederà poi ad osservarne le implicazioni in un caso concreto, ovvero l’operazione Forza Alleata. Infine, si criticherà la tesi di chi invoca una rivoluzione negli affari militari per l’Europa, per concludere che il tentativo di colmare il gap si rivelerebbe potenzialmente nocivo per l’armonia delle relazioni transatlantiche.
Locatelli, A., La rivoluzione negli affari militari e le relazioni transatlantiche: tendenze, problemi e prospettive, in Locatelli, A., Parsi, V. E., Giusti, S. (ed.), Esiste ancora la comunità transatlantica? Europa e Stati Uniti tra crisi e ditensione, Vita e Pensiero, Milano 2006: 163- 185 [http://hdl.handle.net/10807/14876]
La rivoluzione negli affari militari e le relazioni transatlantiche: tendenze, problemi e prospettive
Locatelli, Andrea
2006
Abstract
La partnership transatlantica è uno dei pilastri su cui si fonda l’ordine internazionale contemporaneo. Il mantenimento di un’alleanza coesa ed efficiente tra Stati Uniti ed Europa è quindi nell’interesse non solo delle parti in causa, ma anche della stabilità del sistema internazionale. Questo obiettivo, apparentemente raggiunto e consolidato nonostante l’assenza di una minaccia comune, si basa tuttavia su basi tutt’altro che solide. Nonostante i molti motivi di cooperazione tra le due sponde dell’Atlantico, infatti, le ragioni di tensione tra Stati Uniti e partner europei abbondano. vanno ben oltre non mancano. Obiettivo del saggio è di indagare le implicazioni del technology gap sulle relazioni tra le due sponde dell’Atlantico. Il termine, frequentemente assorbito nel più ampio concetto di capabilities gap, sta genericamente ad indicare la lacuna in termini tecnologici che le Forze Armate europee devono colmare per raggiungere il livello di sofisticazione dell’esercito americano. L’ipotesi che la maggioranza degli analisti sostiene al riguardo è che un’alleanza più equilibrata sarebbe più efficiente e, conseguentemente, più salda. La prescrizione che viene quindi sviluppata è che gli Stati europei dovrebbero impegnarsi maggiormente per modernizzare le proprie forze di difesa secondo l’esempio americano. Il paper, al contrario, intende sottolineare gli effetti benefici del technology gap, per concludere che sarebbe tanto illusorio quanto inutile cercare di avvicinarsi alla leadership americana. Per sviluppare questa argomentazione, si cercherà in primo luogo di quantificare le dimensioni del gap – con particolare riferimento alla cosiddetta “revolution in military affairs”. Si procederà poi ad osservarne le implicazioni in un caso concreto, ovvero l’operazione Forza Alleata. Infine, si criticherà la tesi di chi invoca una rivoluzione negli affari militari per l’Europa, per concludere che il tentativo di colmare il gap si rivelerebbe potenzialmente nocivo per l’armonia delle relazioni transatlantiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.