Negli ultimi anni con l’avanzare degli specialismi e dei professionismi si è assistito allo stravolgimento della relazione di cura, che ha cessato di essere ‘relazione a due’ a causa dell’interferenza di un medium: la macchina. Al contempo si è pure assistito a un’erosione della semantica morale del termine ‘persona’: all’origine concettualizzazione forte, ereditata nei suoi contenuti più pregnanti dalla cultura cristiana. Da qui un’emergenza esistenziale, prima ancora che politica. Il corpo è diventato permeabile ai flussi di informazione, cosicché si è prodotto un depauperamento della cura e la riduzione degli spazi esistenziali e di cittadinanza politica della persona vulnerabile, in quanto segnata dal vulnus della malattia e incapace di avere “cura di sé”. Inoltre, la tecnologizzazione spinta e i processi di iper-medicalizzazione hanno, al contempo, generato un problema pedagogico, perché sono andati smarriti i modelli culturali-artistici propri della tradizione medico-filosofica ippocratica-galenica che nella persona e nella sua tutela benefica trovavano un’ossatura etica, nonché una giustificazione pratica all’aver cura dell’altro, in termini di giustizia, come agire buono.
Papa, A., Macroetica del caring. Oltre le derive del care nel post-moderno, in Disabilità, relazione e riconoscimento sociale nell'epoca della tecnologia, (Capodistria, 24-26 May 2018), Università del Litorale, Capodistria 2019: 159-181 [http://hdl.handle.net/10807/146301]
Macroetica del caring. Oltre le derive del care nel post-moderno
Papa, Alessandra
2019
Abstract
Negli ultimi anni con l’avanzare degli specialismi e dei professionismi si è assistito allo stravolgimento della relazione di cura, che ha cessato di essere ‘relazione a due’ a causa dell’interferenza di un medium: la macchina. Al contempo si è pure assistito a un’erosione della semantica morale del termine ‘persona’: all’origine concettualizzazione forte, ereditata nei suoi contenuti più pregnanti dalla cultura cristiana. Da qui un’emergenza esistenziale, prima ancora che politica. Il corpo è diventato permeabile ai flussi di informazione, cosicché si è prodotto un depauperamento della cura e la riduzione degli spazi esistenziali e di cittadinanza politica della persona vulnerabile, in quanto segnata dal vulnus della malattia e incapace di avere “cura di sé”. Inoltre, la tecnologizzazione spinta e i processi di iper-medicalizzazione hanno, al contempo, generato un problema pedagogico, perché sono andati smarriti i modelli culturali-artistici propri della tradizione medico-filosofica ippocratica-galenica che nella persona e nella sua tutela benefica trovavano un’ossatura etica, nonché una giustificazione pratica all’aver cura dell’altro, in termini di giustizia, come agire buono.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.