“Ridare vita alle ombre esangui del passato”, il quale torna a vivere nel presente facendosi nuovamente “carne e sangue”. Le citazioni dei due amici e studiosi Wilhelm Dilthey e Paul Yorck von Wartenburg delimitano il campo dentro cui, per l’Heidegger di Sein und Zeit, si gioca la partita decisiva della storicità del Dasein. Due binari sui quali scorrono parallele le riflessioni heideggeriane sul senso del tempo e della storia. Per affondare il colpo, Heidegger ha bisogno però di qualcosa di più pungente e incisivo. Egli trova la stoccata vincente nelle irriverenti frecciate che Nietzsche scaglia contro lo storicismo nella seconda delle Considerazioni inattuali. Poche pagine, quelle di Heidegger, che celano in realtà un profondo debito nei confronti di Nietzsche, nel quale intravede un autorevole alleato per pensare un rapporto autentico con la storia. Per entrambi, essa non sarà più confinata in un passato museale, tanto grazioso da vedersi quanto improduttivo per la vita dell’uomo. Uscire dalla paralisi della tradizione vuol dire scrollarsi di dosso lo schiacciante peso del passato e sbloccare le altre due dimensioni della temporalità, il presente e il futuro. Solo così l’uomo riuscirà a sentirsi davvero libero e la storicità saprà recuperare il suo senso più elevato, al servizio della vita. Al di là delle differenze d’intento e di registro ermeneutico-stilistico, la ricostruzione di un ipotetico dialogo a distanza tra gli intensi passi di Sein und Zeit e le provocanti considerazioni nietzscheane offre spunti interessanti per pensare alla storia e al suo rapporto, sempre in bilico tra il vitale e il patologico, con l’esistenza umana.
Scolari, P., Storia e vita. Nietzsche in Essere e tempo, <<AORISTO>>, 2017; (2): 281-299 [http://hdl.handle.net/10807/145677]
Storia e vita. Nietzsche in Essere e tempo
Scolari, Paolo
2017
Abstract
“Ridare vita alle ombre esangui del passato”, il quale torna a vivere nel presente facendosi nuovamente “carne e sangue”. Le citazioni dei due amici e studiosi Wilhelm Dilthey e Paul Yorck von Wartenburg delimitano il campo dentro cui, per l’Heidegger di Sein und Zeit, si gioca la partita decisiva della storicità del Dasein. Due binari sui quali scorrono parallele le riflessioni heideggeriane sul senso del tempo e della storia. Per affondare il colpo, Heidegger ha bisogno però di qualcosa di più pungente e incisivo. Egli trova la stoccata vincente nelle irriverenti frecciate che Nietzsche scaglia contro lo storicismo nella seconda delle Considerazioni inattuali. Poche pagine, quelle di Heidegger, che celano in realtà un profondo debito nei confronti di Nietzsche, nel quale intravede un autorevole alleato per pensare un rapporto autentico con la storia. Per entrambi, essa non sarà più confinata in un passato museale, tanto grazioso da vedersi quanto improduttivo per la vita dell’uomo. Uscire dalla paralisi della tradizione vuol dire scrollarsi di dosso lo schiacciante peso del passato e sbloccare le altre due dimensioni della temporalità, il presente e il futuro. Solo così l’uomo riuscirà a sentirsi davvero libero e la storicità saprà recuperare il suo senso più elevato, al servizio della vita. Al di là delle differenze d’intento e di registro ermeneutico-stilistico, la ricostruzione di un ipotetico dialogo a distanza tra gli intensi passi di Sein und Zeit e le provocanti considerazioni nietzscheane offre spunti interessanti per pensare alla storia e al suo rapporto, sempre in bilico tra il vitale e il patologico, con l’esistenza umana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.