Nietzsche e il corpo. Nietzsche e il suo corpo, tra disperata malattia e straordinaria energia fisica. Nietzsche e i corpi frammentati, che da ogni angolo della città gridano per convincere Zarathustra della loro totalizzante perfezione. Nietzsche e i corpi di coloro che il corpo lo disprezzano, e che di averne uno non ne vogliono affatto sapere: i cristiani, i moralisti, i metafisici. Corpi combattuti tra cielo e terra, in eterna contesa con quell’anima spirituale che crede di poter fare a meno di loro. Un io razionale a cui non piace perdere terreno nei confronti del corpo e che, in ogni istante, vuole rivendicare su di esso il proprio primato. Nietzsche e un corpo che, finalmente, riabbraccia quella ragione che da secoli gli era stata negata: la accoglie dentro di sé per trasformarla in una ragione incarnata. Un corpo che, nonostante tutte le prigioni che può rappresentare, è sempre lì a scuoterci, per ricordarci che un umano diverso è davvero possibile. Un Nietzsche come sempre stravagante. Facile nella polemica, a tratti impetuoso e senza mezze misure. Nonostante ciò, la sua fenomenologia dei corpi offre spunti preziosi sull’esistenza, invitando l’etica e l’antropologia, almeno per qualche aspetto, a ripensarsi nel profondo. Nietzsche sprona la ragione a rimettersi continuamente in discussione. La spinge a lasciarsi alle spalle tutti i modi con cui la metafisica e la morale tradizionale la hanno da sempre designata: anima razionale, io, coscienza. La chiama, in definitiva, a «seguire il filo conduttore del corpo, fenomeno più complesso rispetto all’io», consapevole che solo andando in questa direzione si potrà «scoprire l’enorme molteplicità» dell’umano. Le molteplici osservazioni di Nietzsche intorno al corpo rappresentano senza dubbio uno snodo ermeneutico fondamentale nell’ambito della riflessione morale sul tema della corporeità. Al tempo stesso, la ricostruzione del suo pensiero su questo delicato argomento va a costituire un banco di prova decisivo per ripensare criticamente la ragione, provando a rivedere la sua posizione all’interno del mondo dell’umano. Il leitmotiv del corpo lega ben salde fra loro le aspre critiche che Nietzsche rivolge alla civiltà occidentale, la quale, da Socrate in poi, ha visto il predominio di una razionalità astratta e calcolante ai danni di una ragione incarnata e più umana. Dagli scritti giovanili a quelli della maturità, dallo Zarathustra agli ultimi pamphlet polemici, passando per la miriade dei frammenti postumi. Disseminato in quasi tutte le sue opere e spalmato su un arco temporale di quasi vent’anni, il suo interesse per la dimensione corporea dell’umano non perde mai di tensione.
Scolari, P., Corpi e ragioni. Nietzsche e la complessità dell'umano, <<MEDICINA E MORALE>>, 2017; (3): 305-323 [http://hdl.handle.net/10807/145674]
Corpi e ragioni. Nietzsche e la complessità dell'umano
Scolari, Paolo
2017
Abstract
Nietzsche e il corpo. Nietzsche e il suo corpo, tra disperata malattia e straordinaria energia fisica. Nietzsche e i corpi frammentati, che da ogni angolo della città gridano per convincere Zarathustra della loro totalizzante perfezione. Nietzsche e i corpi di coloro che il corpo lo disprezzano, e che di averne uno non ne vogliono affatto sapere: i cristiani, i moralisti, i metafisici. Corpi combattuti tra cielo e terra, in eterna contesa con quell’anima spirituale che crede di poter fare a meno di loro. Un io razionale a cui non piace perdere terreno nei confronti del corpo e che, in ogni istante, vuole rivendicare su di esso il proprio primato. Nietzsche e un corpo che, finalmente, riabbraccia quella ragione che da secoli gli era stata negata: la accoglie dentro di sé per trasformarla in una ragione incarnata. Un corpo che, nonostante tutte le prigioni che può rappresentare, è sempre lì a scuoterci, per ricordarci che un umano diverso è davvero possibile. Un Nietzsche come sempre stravagante. Facile nella polemica, a tratti impetuoso e senza mezze misure. Nonostante ciò, la sua fenomenologia dei corpi offre spunti preziosi sull’esistenza, invitando l’etica e l’antropologia, almeno per qualche aspetto, a ripensarsi nel profondo. Nietzsche sprona la ragione a rimettersi continuamente in discussione. La spinge a lasciarsi alle spalle tutti i modi con cui la metafisica e la morale tradizionale la hanno da sempre designata: anima razionale, io, coscienza. La chiama, in definitiva, a «seguire il filo conduttore del corpo, fenomeno più complesso rispetto all’io», consapevole che solo andando in questa direzione si potrà «scoprire l’enorme molteplicità» dell’umano. Le molteplici osservazioni di Nietzsche intorno al corpo rappresentano senza dubbio uno snodo ermeneutico fondamentale nell’ambito della riflessione morale sul tema della corporeità. Al tempo stesso, la ricostruzione del suo pensiero su questo delicato argomento va a costituire un banco di prova decisivo per ripensare criticamente la ragione, provando a rivedere la sua posizione all’interno del mondo dell’umano. Il leitmotiv del corpo lega ben salde fra loro le aspre critiche che Nietzsche rivolge alla civiltà occidentale, la quale, da Socrate in poi, ha visto il predominio di una razionalità astratta e calcolante ai danni di una ragione incarnata e più umana. Dagli scritti giovanili a quelli della maturità, dallo Zarathustra agli ultimi pamphlet polemici, passando per la miriade dei frammenti postumi. Disseminato in quasi tutte le sue opere e spalmato su un arco temporale di quasi vent’anni, il suo interesse per la dimensione corporea dell’umano non perde mai di tensione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.