L’immigrazione, che da sempre ha caratterizzato l’esperienza dell’umanità, ha visto la sua teorizzazione, identificabile nel diritto di emigrare, solo alle origini dell’età moderna, grazie alla filosofia politica occidentale per poi essere base dell'attuale diritto alla migrazione. In particolare nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo del 1948, per l’appunto, all’Articolo 13 si dichiara che «ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato» e «ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese».
Raccagni, D., La scomodità del diritto a migrare. Quando un diritto non è riconosciuto, in Gandolfi, S. (ed.), Diritti dell’uomo e società democratica, Globethics.net, Ginevra 2019: 77- 86 [http://hdl.handle.net/10807/144810]
La scomodità del diritto a migrare. Quando un diritto non è riconosciuto
Raccagni, Dalila
Primo
2019
Abstract
L’immigrazione, che da sempre ha caratterizzato l’esperienza dell’umanità, ha visto la sua teorizzazione, identificabile nel diritto di emigrare, solo alle origini dell’età moderna, grazie alla filosofia politica occidentale per poi essere base dell'attuale diritto alla migrazione. In particolare nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo del 1948, per l’appunto, all’Articolo 13 si dichiara che «ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato» e «ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.