Le abilità linguistiche legate alle operazioni aritmetiche, alla capacità di contare e „fare di calcolo“, sono sempre state considerate una componente fondamentale del cosiddetto linguaggio interiore o endofasico. Ed infatti nelle ricerche relative al fenomeno del bilinguismo tali abilità sono annoverate tra le componenti linguistiche che consentono di determinare la lingua dominante dei soggetti bilingui. Se si parte dal presupposto che per svolgere le operazioni matematiche il soggetto – anche bilingue – ricorre sempre e soltanto alla lingua dominante, la madrelingua o L1, si esclude la possibilità che l’acquisizione della terminologia e delle formule lessicali necessarie per denominare le operazioni matematiche e per verbalizzarne i processi possa essere di qualche utilità in ambito didattico, ad eccezione naturalmente dei corsi di lingua rivolti agli specialisti di un determinato settore in cui dovesse essere fondamentale la terminologia matematica. Quale utilità pratica potrà avere l’acquisizione della terminologia matematica se al discente non sarà mai richiesta e se comunque egli non se ne servirà mai poiché tale terminologia rientra nell’uso del linguaggio interiore o delle funzioni interne ed egli ricorrerà sempre soltanto alla madrelingua? Alla luce delle ipotesi avanzate dai sostenitori di approcci didattici incentrati sull’uso e la memorizzazione di costruzioni lessicali complesse e formule fisse, i cosiddetti chunks, nell’ambito del Lexical Approach , la risposta al quesito offre nuove prospettive poiché, alla stregua dei chunks e delle costruzioni fisse del linguaggio comune, anche nelle costruzioni fisse della lingua di specialità dell’aritmetica si possono scorgere utili strumenti didattici.

Missaglia, F., Il tedesco dell’aritmetica: alcune riflessioni sull’impiego della terminologia dell’aritmetica in ambito didattico, <<NUOVA SECONDARIA>>, 2009; 26 (10): 81-83 [http://hdl.handle.net/10807/13579]

Il tedesco dell’aritmetica: alcune riflessioni sull’impiego della terminologia dell’aritmetica in ambito didattico

Missaglia, Federica
2009

Abstract

Le abilità linguistiche legate alle operazioni aritmetiche, alla capacità di contare e „fare di calcolo“, sono sempre state considerate una componente fondamentale del cosiddetto linguaggio interiore o endofasico. Ed infatti nelle ricerche relative al fenomeno del bilinguismo tali abilità sono annoverate tra le componenti linguistiche che consentono di determinare la lingua dominante dei soggetti bilingui. Se si parte dal presupposto che per svolgere le operazioni matematiche il soggetto – anche bilingue – ricorre sempre e soltanto alla lingua dominante, la madrelingua o L1, si esclude la possibilità che l’acquisizione della terminologia e delle formule lessicali necessarie per denominare le operazioni matematiche e per verbalizzarne i processi possa essere di qualche utilità in ambito didattico, ad eccezione naturalmente dei corsi di lingua rivolti agli specialisti di un determinato settore in cui dovesse essere fondamentale la terminologia matematica. Quale utilità pratica potrà avere l’acquisizione della terminologia matematica se al discente non sarà mai richiesta e se comunque egli non se ne servirà mai poiché tale terminologia rientra nell’uso del linguaggio interiore o delle funzioni interne ed egli ricorrerà sempre soltanto alla madrelingua? Alla luce delle ipotesi avanzate dai sostenitori di approcci didattici incentrati sull’uso e la memorizzazione di costruzioni lessicali complesse e formule fisse, i cosiddetti chunks, nell’ambito del Lexical Approach , la risposta al quesito offre nuove prospettive poiché, alla stregua dei chunks e delle costruzioni fisse del linguaggio comune, anche nelle costruzioni fisse della lingua di specialità dell’aritmetica si possono scorgere utili strumenti didattici.
2009
Italiano
Missaglia, F., Il tedesco dell’aritmetica: alcune riflessioni sull’impiego della terminologia dell’aritmetica in ambito didattico, <<NUOVA SECONDARIA>>, 2009; 26 (10): 81-83 [http://hdl.handle.net/10807/13579]
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