La sentenza annotata affronta in particolare la questione degli effetti prodotti da un’informazione negativa sopravvenuta che concerna il destinatario di un finanziamento pubblico già erogato in tutto o in parte dall’amministrazione. Il contributo mette in evidenza gli orientamenti della giurisprudenza amministrativa e sottolinea come la disciplina sulla documentazione amministrativa antimafia presenti delicato equilibrio tra la libertà d’impresa e il contrasto ‘anticipato’ alla criminalità organizzata; tale disciplina richiede interpretazioni rigorose circa il suo ambito di applicazione. L'autore evidenzia che la sentenza in epigrafe sembra collocarsi su questo solco. Da questo punto di vista, il contrasto alla criminalità organizzata non rappresenta di per sé un elemento idoneo a giustificare uno stravolgimento dei principi sull’attività amministrativa e soggiace esso stesso ai principi fondamentali dell’ordinamento, anche quelli che governano il diritto amministrativo. Nel contempo, l'autore sottolinea che tale bilanciamento, per le medesime ragioni su cui esso si fonda, dovrebbe essere sempre subordinato ad un accertamento rigoroso dei fatti in fase istruttoria. Inoltre, nell’argomentazione della sentenza emerge con evidenza il tema della tutela dell’affidamento del privato nei rapporti pubblicistici, che nell'ambito della disciplina della documentazione antimafia assume una connotazione particolare se si pensa alle ragioni di ordine pubblico in gioco (ossia, alla prevenzione e al contrasto dell’infiltrazione della criminalità organizzata).

D'Angelo, G., Informazione interdittiva «sopravvenuta» e tutela dell’affidamento, <<IL FORO ITALIANO>>, 2019; (3): 149-153 [http://hdl.handle.net/10807/134763]

Informazione interdittiva «sopravvenuta» e tutela dell’affidamento

D'Angelo, Giovanni
2019

Abstract

La sentenza annotata affronta in particolare la questione degli effetti prodotti da un’informazione negativa sopravvenuta che concerna il destinatario di un finanziamento pubblico già erogato in tutto o in parte dall’amministrazione. Il contributo mette in evidenza gli orientamenti della giurisprudenza amministrativa e sottolinea come la disciplina sulla documentazione amministrativa antimafia presenti delicato equilibrio tra la libertà d’impresa e il contrasto ‘anticipato’ alla criminalità organizzata; tale disciplina richiede interpretazioni rigorose circa il suo ambito di applicazione. L'autore evidenzia che la sentenza in epigrafe sembra collocarsi su questo solco. Da questo punto di vista, il contrasto alla criminalità organizzata non rappresenta di per sé un elemento idoneo a giustificare uno stravolgimento dei principi sull’attività amministrativa e soggiace esso stesso ai principi fondamentali dell’ordinamento, anche quelli che governano il diritto amministrativo. Nel contempo, l'autore sottolinea che tale bilanciamento, per le medesime ragioni su cui esso si fonda, dovrebbe essere sempre subordinato ad un accertamento rigoroso dei fatti in fase istruttoria. Inoltre, nell’argomentazione della sentenza emerge con evidenza il tema della tutela dell’affidamento del privato nei rapporti pubblicistici, che nell'ambito della disciplina della documentazione antimafia assume una connotazione particolare se si pensa alle ragioni di ordine pubblico in gioco (ossia, alla prevenzione e al contrasto dell’infiltrazione della criminalità organizzata).
2019
Italiano
D'Angelo, G., Informazione interdittiva «sopravvenuta» e tutela dell’affidamento, <<IL FORO ITALIANO>>, 2019; (3): 149-153 [http://hdl.handle.net/10807/134763]
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