The study of Longobards grave goods has shown that among the fittings of the belt to which weapons were attached there is often a piece that is alien to the rest of the whole and generally one generation older; the originating belt is usually found in a tomb not far away and slightly older. The practice seems to express the symbolic transmission of status and personal connection: a spiritual inheritance that may have been received during the funeral of an ancestor and that was kept by the descendant until death.
Lo studio del rituale funerario in necropoli longobarde di recente rinvenimento ha permesso di constatare una singolare quanto ricorrente circostanza, finora inedita. Non solo a volte si assiste alla rottura volontaria e alla defunzionalizzazione di oggetti con forte valore simbolico come le armi, le cinture per la relativa sospensione e i pettini, appositamente privati della dentatura. Tra le guarnizioni della cintura per la sospensione delle armi (accessori riccamente decorati e carichi di rappresentatività e forse anche di valore magico-apotropaico) è stato spesso osservato un pezzo estraneo al resto dell’insieme e in genere più antico di una generazione; la cintura di provenienza si trova di solito in una tomba non lontana e di poco più antica. In alternativa, due tombe possono restituire guarnizioni che, associate, permettono di ricostruire l’insieme originario. La pratica sembra esprimere la trasmissione simbolica di status e di legame personale: una eredità immateriale recepita forse durante le esequie dell’antenato e trattenuta, montata su una nuova cintura, fino alla morte. La ripetitività della circostanza in una stessa necropoli rende alcune di queste relazioni tracciabili nei diversi nuclei di tombe e nel susseguirsi delle generazioni. Scomporre un oggetto con un forte valore simbolico oltre che identitario e lasciarne una parte a un secondo individuo (che la trattiene fino al momento di essere sepolto con essa) crea volontariamente un nesso tangibile fra l’autorevole defunto e un sopravvissuto, con ogni probabilità suo discendente. E’ uno strumento per riaffermare davanti alla comunità legami personali, verosimilmente di tipo parentale, che analisi paleogenetiche in corso puntano a precisare; questo, in una società fortemente instabile e dinamica negli equilibri di potere come quella dei regni romano-barbarici, inizialmente ancora con trasmissione orale e forte rilevanza degli oggetti di corredo durante la cerimonia di passaggio tra la vita e la morte. Il rigore delle recenti indagini permette di verificare l’ampia diffusione di questo gesto (con esplicita volontà simbolica), riconosciuto in più siti dell’Italia centro-settentrionale e già noto presso gruppi germanici Oltralpe, accreditando anche associazioni di materiali provenienti da vecchi ritrovamenti: sembra dunque trattarsi di un rituale piuttosto codificato e condiviso ad ampio raggio. Il fatto che alcuni testamenti successivi (VIII secolo) ci tramandino la consuetudine – oltre che di trasmettere la cintura agli eredi – di spezzarla e distribuirne le parti più preziose ai poveri pro anima del defunto sembra l’esito del gesto documentato nelle sepolture di fine VI e VII secolo, confermandone la forza e la diffusione.
Giostra, C., Rompere e distribuire sulle tombe longobarde: le cinture come veicolo di conservazione della memoria e di trasmissione dello status, in Antropologia e archeologia a confronto: archeologia e antropologia della morte. 2. Corpi, relazioni e azioni: il paesaggio del rito, Atti del III Incontro Internazionale di Studi, (Roma, 2015-05-20), E.S.S. Editorial Service System Srl, Roma 2018: 225-232 [http://hdl.handle.net/10807/132969]
Rompere e distribuire sulle tombe longobarde: le cinture come veicolo di conservazione della memoria e di trasmissione dello status
Giostra, Caterina
2018
Abstract
The study of Longobards grave goods has shown that among the fittings of the belt to which weapons were attached there is often a piece that is alien to the rest of the whole and generally one generation older; the originating belt is usually found in a tomb not far away and slightly older. The practice seems to express the symbolic transmission of status and personal connection: a spiritual inheritance that may have been received during the funeral of an ancestor and that was kept by the descendant until death.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.