Lo spazio da dedicare agli studenti eccellenti nella scuola pubblica è sempre stato un interrogativo presente nei processi di apprendimento. Il tema ha perso progressivamente interesse dalla seconda metà del Novecento a seguito della democratizzazione degli studi, perché soppiantato dall’attenzione verso una scuola che ‘non vuole lasciare indietro nessuno’ per garantire a tutti standard minimi di apprendimento. Solo in tempi più recenti si è approdati a un concetto multidimensionale di equità, in cui la scuola può dimostrarsi attenta a tutte le diversità e differenze individuali, riportando così in primo piano anche il ‘diritto all’eccellenza’. Nel volume ci si domanda: cosa vuole dire essere eccellente? Chi è lo studente eccellente? Chi lo definisce come tale? Come si può valorizzare l’eccellenza scolastica senza cadere in un’educazione elitaria e selettiva? Le risposte a queste domande possono aiutare a impostare un nuovo atteggiamento verso la coltivazione e la cura del capitale umano, divenute oggi esigenze fondamentali del sistema educativo. Vengono presentati i risultati di una ricerca che ha chiesto a un campione di insegnanti di esprimere pareri sull’eccellenza dei loro allievi; inoltre, attraverso un’analisi dei dati Invalsi, si mette in luce l’intreccio tra apprendimento, competenze, relazioni, motivazione e background familiare degli studenti eccellenti. Infine, si analizzano le politiche adottate a favore della valorizzazione di questa categoria di studenti. La riflessione in chiave critica sulle potenzialità e sui limiti dell’attuale situazione vuole facilitare la rimozione delle resistenze verso un supporto ai ‘capaci e meritevoli’ e un uso migliore delle risorse già a disposizione delle scuole.
Barabanti, P., Gli studenti eccellenti nella scuola italiana. Opinioni dei docenti e performance degli alunni, FrancoAngeli, Milano 2018:2018 192 [http://hdl.handle.net/10807/132000]
Gli studenti eccellenti nella scuola italiana. Opinioni dei docenti e performance degli alunni
Barabanti, PaoloPrimo
2018
Abstract
Lo spazio da dedicare agli studenti eccellenti nella scuola pubblica è sempre stato un interrogativo presente nei processi di apprendimento. Il tema ha perso progressivamente interesse dalla seconda metà del Novecento a seguito della democratizzazione degli studi, perché soppiantato dall’attenzione verso una scuola che ‘non vuole lasciare indietro nessuno’ per garantire a tutti standard minimi di apprendimento. Solo in tempi più recenti si è approdati a un concetto multidimensionale di equità, in cui la scuola può dimostrarsi attenta a tutte le diversità e differenze individuali, riportando così in primo piano anche il ‘diritto all’eccellenza’. Nel volume ci si domanda: cosa vuole dire essere eccellente? Chi è lo studente eccellente? Chi lo definisce come tale? Come si può valorizzare l’eccellenza scolastica senza cadere in un’educazione elitaria e selettiva? Le risposte a queste domande possono aiutare a impostare un nuovo atteggiamento verso la coltivazione e la cura del capitale umano, divenute oggi esigenze fondamentali del sistema educativo. Vengono presentati i risultati di una ricerca che ha chiesto a un campione di insegnanti di esprimere pareri sull’eccellenza dei loro allievi; inoltre, attraverso un’analisi dei dati Invalsi, si mette in luce l’intreccio tra apprendimento, competenze, relazioni, motivazione e background familiare degli studenti eccellenti. Infine, si analizzano le politiche adottate a favore della valorizzazione di questa categoria di studenti. La riflessione in chiave critica sulle potenzialità e sui limiti dell’attuale situazione vuole facilitare la rimozione delle resistenze verso un supporto ai ‘capaci e meritevoli’ e un uso migliore delle risorse già a disposizione delle scuole.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.