Introduzione. La malattia cardiaca acuta coinvolge non solo il paziente, ma anche le sue relazioni, tra le quali la relazione di coppia assume un ruolo cruciale(Bertoni, Donato, Graffigna, Barello, & Parise, 2015; Bodenmann, 2000). La letteratura scientifica dedica però ancora un'attenzione limitata all'aspetto relazionale: sono pochi gli studi che intervistano i partner ed esaminano il legame tra malattia e coppia, sia in termini di ricadute su essa, sia nel considerare la relazione coniugale come possibile fattore interveniente nella cura (Vilchinsky et al., 2011).Questa ricerca indaga:1)se appartenere ad una relazione di coppia ha delle ricadute sul benessere del paziente; 2)quali effetti hanno diverse forme di supporto del partner (iperprotezione, supporto ostile, supporto al patient engagement) sul benessere del paziente e sul suo engagement nel processo di cura. Metodo. La ricerca ha coinvolto 252 pazienti e 152 partner durante il ricovero in ospedale(T0) e circa 8-10 mesi dopo(T1).È stato somministrato un questionario self-report volto a indagare diversi costrutti tra cui il benessere psico-fisico del paziente in termini di ansia, depressione e disturbi somatici, il patient engagement (PE) e diverse forme di supporto coniugale. Risultati. I risultati rivelano che lo stato civile del paziente non predice il PE. Il tipo di supporto fornito dal partner, se si esprime attraverso l’iperprotezione, aumenta la somatizzazione del paziente e diminuisce il PE, mentre se assume la forma di supporto ostile predice un incremento di sintomi depressivi.Conclusioni:I risultati dimostrano come il partner giochi un ruolo cruciale nel processo di cura a seguito di un evento cardiaco acuto.Non sempre la sua azione produce effetti positivi: se il partner è iperprotettivo o ostile il paziente mostra un incremento dei sintomi. L'assenza di differenze in termini di benessere tra pazienti in coppia o meno fa ipotizzare che non sia tanto la presenza di un legame quanto la qualità di questo a proteggere il paziente nel suo percorso di cura.

Rapelli, G., Bertoni, A. M. M., Donato, S., Essere in due è meglio di uno: Il supporto coniugale nella malattia cardiaca, Abstract de <<Congresso Nazionale Associazione S.I.P.S.A Società Italiana Psicologia della Salute. La psicologia come Scienza della salute>>, (Firenze, 03-05 November 2017 ), Firenze University Press, Firenze 2017: 118-118 [http://hdl.handle.net/10807/131443]

Essere in due è meglio di uno: Il supporto coniugale nella malattia cardiaca

Rapelli, Giada;Bertoni, Anna Marta Maria;Donato, Silvia
2017

Abstract

Introduzione. La malattia cardiaca acuta coinvolge non solo il paziente, ma anche le sue relazioni, tra le quali la relazione di coppia assume un ruolo cruciale(Bertoni, Donato, Graffigna, Barello, & Parise, 2015; Bodenmann, 2000). La letteratura scientifica dedica però ancora un'attenzione limitata all'aspetto relazionale: sono pochi gli studi che intervistano i partner ed esaminano il legame tra malattia e coppia, sia in termini di ricadute su essa, sia nel considerare la relazione coniugale come possibile fattore interveniente nella cura (Vilchinsky et al., 2011).Questa ricerca indaga:1)se appartenere ad una relazione di coppia ha delle ricadute sul benessere del paziente; 2)quali effetti hanno diverse forme di supporto del partner (iperprotezione, supporto ostile, supporto al patient engagement) sul benessere del paziente e sul suo engagement nel processo di cura. Metodo. La ricerca ha coinvolto 252 pazienti e 152 partner durante il ricovero in ospedale(T0) e circa 8-10 mesi dopo(T1).È stato somministrato un questionario self-report volto a indagare diversi costrutti tra cui il benessere psico-fisico del paziente in termini di ansia, depressione e disturbi somatici, il patient engagement (PE) e diverse forme di supporto coniugale. Risultati. I risultati rivelano che lo stato civile del paziente non predice il PE. Il tipo di supporto fornito dal partner, se si esprime attraverso l’iperprotezione, aumenta la somatizzazione del paziente e diminuisce il PE, mentre se assume la forma di supporto ostile predice un incremento di sintomi depressivi.Conclusioni:I risultati dimostrano come il partner giochi un ruolo cruciale nel processo di cura a seguito di un evento cardiaco acuto.Non sempre la sua azione produce effetti positivi: se il partner è iperprotettivo o ostile il paziente mostra un incremento dei sintomi. L'assenza di differenze in termini di benessere tra pazienti in coppia o meno fa ipotizzare che non sia tanto la presenza di un legame quanto la qualità di questo a proteggere il paziente nel suo percorso di cura.
2017
Italiano
La Psicologia come Scienza della Salute
Congresso Nazionale Associazione S.I.P.S.A Società Italiana Psicologia della Salute. La psicologia come Scienza della salute
Firenze
3-nov-2017
5-nov-2017
978-88-6453-600-2
Firenze University Press
Rapelli, G., Bertoni, A. M. M., Donato, S., Essere in due è meglio di uno: Il supporto coniugale nella malattia cardiaca, Abstract de <<Congresso Nazionale Associazione S.I.P.S.A Società Italiana Psicologia della Salute. La psicologia come Scienza della salute>>, (Firenze, 03-05 November 2017 ), Firenze University Press, Firenze 2017: 118-118 [http://hdl.handle.net/10807/131443]
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