La rassegna dell’uso dell’espressione ‘patarino’ nelle fonti dell’XI-XIV secolo evidenzia la diversità e talvolta la antiteticità dei significati a essa attribuiti, fino a essere usata come sinonimo di cataro. Il vocabolo fece la sua comparsa a Milano nel corso del violento scontro generato dalla predicazione del diacono Arialdo, il quale riteneva indispensabile che i chierici si conformassero completamente a Cristo e rifiutava la clerogamia, allineandosi a un orientamento della spiritualità diffuso nei decenni tra primo e secondo millennio da cui scaturirono anche varie eresie. Il sinodo presieduto nell’autunno del 1057, a Fontaneto, dall’arcivescovo Guido provò a risolvere il dissidio sulla base dei canoni, ma il confronto fu rifiutato dai patarini poiché per loro l’unico accettabile criterio di giudizio era la verità, che oltrepassava la tradizione fissata nei canoni. Una veritas che inizialmente i patarini percepirono collimante con la volontà dei papi del momento, cosicché ritennero la loro veritas ben espressa dall’auctoritas papale e si determinò una naturale convergenza tra patarini e papato, che si mantenne salda per alcuni decenni fino a quando i pontefici postgregoriani scelsero di attuare la riforma attenuando certe rigidità del passato. Da allora i patarini persero il rapporto privilegiato con Roma e si trovarono in una situazione di disobbedienza nei confronti del papato, agevolando la deriva lessicale e reale verso il campo dell’eresia.
Lucioni, A., Gli altri protagonisti del sinodo di Fontaneto: i patarini milanesi, in Fontaneto: una storia millenaria. Monastero. Concilio metropolitano. Residenza viscontea, (Fontaneto d'Agogna, 29-29 September 2007), Interlinea, Novara 2009: 279-313 [http://hdl.handle.net/10807/12773]
Gli altri protagonisti del sinodo di Fontaneto: i patarini milanesi
Lucioni, Alfredo
2009
Abstract
La rassegna dell’uso dell’espressione ‘patarino’ nelle fonti dell’XI-XIV secolo evidenzia la diversità e talvolta la antiteticità dei significati a essa attribuiti, fino a essere usata come sinonimo di cataro. Il vocabolo fece la sua comparsa a Milano nel corso del violento scontro generato dalla predicazione del diacono Arialdo, il quale riteneva indispensabile che i chierici si conformassero completamente a Cristo e rifiutava la clerogamia, allineandosi a un orientamento della spiritualità diffuso nei decenni tra primo e secondo millennio da cui scaturirono anche varie eresie. Il sinodo presieduto nell’autunno del 1057, a Fontaneto, dall’arcivescovo Guido provò a risolvere il dissidio sulla base dei canoni, ma il confronto fu rifiutato dai patarini poiché per loro l’unico accettabile criterio di giudizio era la verità, che oltrepassava la tradizione fissata nei canoni. Una veritas che inizialmente i patarini percepirono collimante con la volontà dei papi del momento, cosicché ritennero la loro veritas ben espressa dall’auctoritas papale e si determinò una naturale convergenza tra patarini e papato, che si mantenne salda per alcuni decenni fino a quando i pontefici postgregoriani scelsero di attuare la riforma attenuando certe rigidità del passato. Da allora i patarini persero il rapporto privilegiato con Roma e si trovarono in una situazione di disobbedienza nei confronti del papato, agevolando la deriva lessicale e reale verso il campo dell’eresia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.