Il mondo finanziario, negli ultimi decenni, ha visto nascere numerose nuove tipologie di intermediari finanziari - quali i fondi di private equity, le investment banks e le società veicolo nel project financing. A tali soggetti, così come ai servizi di investimento ed alla gestione collettiva del risparmio sono dunque stati estesi i metodi di valutazione tradizionalmente applicabili alle banche commerciali, che hanno come presupposto l'analisi dei singoli modelli di business, dai quali emergono i value drivers strategici. La valutazione degli intermediari e dei prodotti finanziari ha da tempo assunto, da un punto di vista pratico, un ruolo sempre più importante, anche in applicazione dei principi contabili internazionali. Oggetto di trattazione di questo volume sono alcune peculiari tipologie di intermediari, che si affiancano ai tradizionali fondi di investimento, SIM, SGR, società di cartolarizzazione o di remittance, società di brokeraggio assicurativo, holding, dei quali gli autori si sono occupati in un precedente lavoro (Come valutare gli intermediari finanziari, Edibank, 2005), che qui trova la sua naturale prosecuzione. Si analizzano dunque i servizi di gestione collettiva del risparmio e di investimento, esaminandone i modelli di business, i players e i prodotti, per poi procedere ad una valutazione che consideri anche i profili commissionali. Gli autori spostano poi la propria attenzione sui fondi chiusi di private equity o di venture capital, che, alla luce del ruolo crescente nell'economia internazionale, evidenziano la necessità sempre più avvertita di stimarne periodicamente il valore, in funzione del fair value delle loro portfolio companies. Vengono esaminate anche le investment banks, anch'esse di ispirazione anglosassone, e le società veicolo nelle operazioni di project financing: le prime in quanto hanno profili di valutazione articolati, che si adattano ancora una volta ai più disparati modelli di business (grandi banche d'investimento polifunzionali, che coabitano con piccole boutiques finanziarie), le seconde perché, rappresentando l'entità giuridica ad hoc per la realizzazione del progetto, svolgendo in tutto o in parte le funzioni di Design, Build, Finance and Operate, rivestono un'importanza primaria per i propri stakeholders (soci, banche finanziatrici, committente...). Gli autori si soffermano sui principi e sulle tecniche di valutazione con un approccio chiaro e lineare, corredato da esempi pratici e da riferimenti al mercato, fornendo una preziosa guida interpretativa in un segmento altamente innovativo e ricco di applicazioni pratiche.

Moro Visconti, R., Gentili Massimo, P., La valutazione degli intermediari finanziari, EDIBANK, Roma 2007: 219 [http://hdl.handle.net/10807/127002]

La valutazione degli intermediari finanziari

Moro Visconti, Roberto
;
2007

Abstract

Il mondo finanziario, negli ultimi decenni, ha visto nascere numerose nuove tipologie di intermediari finanziari - quali i fondi di private equity, le investment banks e le società veicolo nel project financing. A tali soggetti, così come ai servizi di investimento ed alla gestione collettiva del risparmio sono dunque stati estesi i metodi di valutazione tradizionalmente applicabili alle banche commerciali, che hanno come presupposto l'analisi dei singoli modelli di business, dai quali emergono i value drivers strategici. La valutazione degli intermediari e dei prodotti finanziari ha da tempo assunto, da un punto di vista pratico, un ruolo sempre più importante, anche in applicazione dei principi contabili internazionali. Oggetto di trattazione di questo volume sono alcune peculiari tipologie di intermediari, che si affiancano ai tradizionali fondi di investimento, SIM, SGR, società di cartolarizzazione o di remittance, società di brokeraggio assicurativo, holding, dei quali gli autori si sono occupati in un precedente lavoro (Come valutare gli intermediari finanziari, Edibank, 2005), che qui trova la sua naturale prosecuzione. Si analizzano dunque i servizi di gestione collettiva del risparmio e di investimento, esaminandone i modelli di business, i players e i prodotti, per poi procedere ad una valutazione che consideri anche i profili commissionali. Gli autori spostano poi la propria attenzione sui fondi chiusi di private equity o di venture capital, che, alla luce del ruolo crescente nell'economia internazionale, evidenziano la necessità sempre più avvertita di stimarne periodicamente il valore, in funzione del fair value delle loro portfolio companies. Vengono esaminate anche le investment banks, anch'esse di ispirazione anglosassone, e le società veicolo nelle operazioni di project financing: le prime in quanto hanno profili di valutazione articolati, che si adattano ancora una volta ai più disparati modelli di business (grandi banche d'investimento polifunzionali, che coabitano con piccole boutiques finanziarie), le seconde perché, rappresentando l'entità giuridica ad hoc per la realizzazione del progetto, svolgendo in tutto o in parte le funzioni di Design, Build, Finance and Operate, rivestono un'importanza primaria per i propri stakeholders (soci, banche finanziatrici, committente...). Gli autori si soffermano sui principi e sulle tecniche di valutazione con un approccio chiaro e lineare, corredato da esempi pratici e da riferimenti al mercato, fornendo una preziosa guida interpretativa in un segmento altamente innovativo e ricco di applicazioni pratiche.
2007
Italiano
Monografia o trattato scientifico
EDIBANK
Moro Visconti, R., Gentili Massimo, P., La valutazione degli intermediari finanziari, EDIBANK, Roma 2007: 219 [http://hdl.handle.net/10807/127002]
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