Spesso si richiede, in giurisprudenza, che la chance sia “concreta ed effettiva”. Cosa ciò realmente significhi non è però chiaro; e, soprattutto, di difficile soluzione rimane la questione del limite minimo di probabilità che la chance debba esprimere in relazione all'evento finale (dunque, del limite minimo di "concretezza") affinché la sua perdita sia risarcibile; come, pure, oscuro rimane il problema di quali siano i criteri che permettono il calcolo di tale concretezza.
Frenda, D. M., Ritardo nella diagnosi e perdita della possibilità di una vita più lunga o migliore: la Cassazione riflette (ancora) sul danno da perdita di chance, in Granelli, C. (ed.), I nuovi orientamenti della Cassazione civile, Giuffrè Editore, Milano 2018: 591- 603 [http://hdl.handle.net/10807/125910]
Ritardo nella diagnosi e perdita della possibilità di una vita più lunga o migliore: la Cassazione riflette (ancora) sul danno da perdita di chance
Frenda, Daniela Maria
2018
Abstract
Spesso si richiede, in giurisprudenza, che la chance sia “concreta ed effettiva”. Cosa ciò realmente significhi non è però chiaro; e, soprattutto, di difficile soluzione rimane la questione del limite minimo di probabilità che la chance debba esprimere in relazione all'evento finale (dunque, del limite minimo di "concretezza") affinché la sua perdita sia risarcibile; come, pure, oscuro rimane il problema di quali siano i criteri che permettono il calcolo di tale concretezza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.