Gli anni successivi allo scoppio della crisi finanziaria ed economica del 2008 sono stati caratterizzati dalla ricerca di forme di innovazione economica, preferibilmente radicate in logiche di innovazione sociale e abilitate dall’innovazione tecnologica. La mobilitazione di cittadini attivi, attivisti e intellettuali ha trovato un punto di convergenza nella cosiddetta “sharing economy”, un termine-cappello che ha portato a sintesi pratiche differenti e che ha trovato piena legittimazione nel dibattito pubblico grazie a una copertina dell’Economist del marzo 2013. La ricerca presentata in questo numero monografico si inserisce in questo filone interpretativo, con la specificità di guardare all’economia collaborativa come a un elemento cruciale di una più ampia trasformazione in atto: la convergenza tra processi tecnologici (lo sviluppo del web 2.0 e la disponibilità di piattaforme e app che disintermediano i rapporti tra produttori e consumatori), socio-culturali (l’emergere di nuove forme di relazione improntate alla collaborazione e alla condivisione) ed economici (nella forma di nuovi mercati e di opportunità professionali per individui e famiglie messi in difficoltà dalla crisi, ma anche di nuove forme di disuguaglianza) ha generato, più o meno inaspettatamente, le premesse per lo sviluppo della sharing economy come forma di integrazione tra economia e società, come industria e come fenomeno culturale.
Lunghi, C., Mazzucotelli Salice, S., Pais, I., Editoriale. La sharing economy nel panorama italiano.Pratiche collaborative tra creatività, fiducia e intimità, <<STUDI DI SOCIOLOGIA>>, 2018; (2): 95-102. [doi:10.26350/000309_000004] [https://hdl.handle.net/10807/122796]
Editoriale. La sharing economy nel panorama italiano. Pratiche collaborative tra creatività, fiducia e intimità
Lunghi, Carla
Primo
Writing – Review & Editing
;Mazzucotelli Salice, Silvia
Secondo
Writing – Review & Editing
;Pais, Ivana
Ultimo
Writing – Review & Editing
2018
Abstract
Gli anni successivi allo scoppio della crisi finanziaria ed economica del 2008 sono stati caratterizzati dalla ricerca di forme di innovazione economica, preferibilmente radicate in logiche di innovazione sociale e abilitate dall’innovazione tecnologica. La mobilitazione di cittadini attivi, attivisti e intellettuali ha trovato un punto di convergenza nella cosiddetta “sharing economy”, un termine-cappello che ha portato a sintesi pratiche differenti e che ha trovato piena legittimazione nel dibattito pubblico grazie a una copertina dell’Economist del marzo 2013. La ricerca presentata in questo numero monografico si inserisce in questo filone interpretativo, con la specificità di guardare all’economia collaborativa come a un elemento cruciale di una più ampia trasformazione in atto: la convergenza tra processi tecnologici (lo sviluppo del web 2.0 e la disponibilità di piattaforme e app che disintermediano i rapporti tra produttori e consumatori), socio-culturali (l’emergere di nuove forme di relazione improntate alla collaborazione e alla condivisione) ed economici (nella forma di nuovi mercati e di opportunità professionali per individui e famiglie messi in difficoltà dalla crisi, ma anche di nuove forme di disuguaglianza) ha generato, più o meno inaspettatamente, le premesse per lo sviluppo della sharing economy come forma di integrazione tra economia e società, come industria e come fenomeno culturale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.