In una indagine ad hoc sono state comparate le visioni che in cinque paesi - Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito – i giovani hanno della scuola, dei sui valori e delle sfide che deve affrontare. La maggioranza dei giovani europei intervistati si trova d’accordo nel domandare alla scuola una maggiore flessibilità curricolare, un innalzamento della valorizzazione delle nuove tecnologie, una maggiore apertura verso le realtà lavorative e sociali. Questa posizione è rimarcata con maggiore enfasi dai giovani di quei Paesi, come l’Italia e la Spagna, i cui processi di transizione alla vita adulta sono più difficoltosi mentre le richieste di cambiamento sono più contenute tra i giovani tedeschi e inglesi con sistemi economici più dinamici e politiche attive del lavoro più sviluppate. In questa chiave possono essere interpretati anche gli apprezzamenti e le critiche mossi al corpo insegnanti della secondaria superiore: la maggior parte dei giovani riconosce loro un’adeguata conoscenza dei contenuti e delle modalità didattiche con cui li trasmettono. Tuttavia gli intervistati non ritengono abbastanza diffuse competenze quali la versatilità, la capacità di adattamento ai cambiamenti, la capacità di gestione delle situazioni impreviste e decentrare il punto di vista, tutte doti indispensabili per accompagnare i processi di apprendimento in fasi di cambiamento che travalicano i confini delle discipline e delle aule scolastiche. Sono i giovani tedeschi e quelli francesi ad avere espresso la valutazione maggiormente positiva. I più severi nei confronti degli insegnanti sono proprio i giovani italiani, che attraverso le loro risposte ci restituiscono un giudizio tendenzialmente positivo, ma che impallidisce se messo a confronto con quanto espresso dai loro coetanei di altri Paesi. La questione dell’apertura, interazione, sinergia tra sistema formativo e mondo del lavoro ritorna anche nell’approfondimento svolto sull’orientamento. In Italia e Spagna, dove i raccordi sono meno strutturati, i giovani cercano di compensare il gap attivandosi di più, sia nella forma di una più ampia partecipazione alle attività istituzionali, sia documentandosi e interagendo maggiormente attraverso la rete. Uno dei limiti delle attività istituzionali di orientamento è che vengono effettuate per lo più entro il perimetro delle istituzioni scolastiche, rischiando di alimentare proprio quel processo di autoreferenzialità dei sistemi formativi dal quale i giovani vorrebbero affrancarsi. Se in tutti i paesi le attività di orientamento sono valutate positivamente per quanto riguarda la conoscenza si sé, delle proprie attitudini e la capacità di prendere delle decisioni, oltre che la conoscenza delle opportunità di studio, soprattutto in Italia l’orientamento risulta deficitario nella conoscenza del mondo del lavoro e nell’elaborazione di un progetto professionale.

Mesa, D., Triani, P., Sistemi formativi e di orientamento. Le istanze di cambiamento dei giovani europei, in Rosina A, R. A., Alfieri S, A. S., Barni D, B. D., Marta E, M. E., Mesa D, M. D., Triani P, T. P., Poy S, P. S., Rosina A, R. A., Sironi E, S. E., Bonanomi A, B. A., Migliavacca M, M. M., Rosina A, R. A., Introini F, I. F., Pasqualini C, P. C., Bichi R, B. R., Rubin, R. A., Scabini E, S. E., Canzi E, C. E., Lombi L, L. L., Bignardi P, B. P., La condizione giovanile in Italia. Rapporto giovani 2018, Il Mulino, BOLOGNA -- ITA 2018 2018: 49-78 [http://hdl.handle.net/10807/121553]

Sistemi formativi e di orientamento. Le istanze di cambiamento dei giovani europei

Mesa, Diego
Co-primo
;
Triani, Pierpaolo
Co-primo
2018

Abstract

In una indagine ad hoc sono state comparate le visioni che in cinque paesi - Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito – i giovani hanno della scuola, dei sui valori e delle sfide che deve affrontare. La maggioranza dei giovani europei intervistati si trova d’accordo nel domandare alla scuola una maggiore flessibilità curricolare, un innalzamento della valorizzazione delle nuove tecnologie, una maggiore apertura verso le realtà lavorative e sociali. Questa posizione è rimarcata con maggiore enfasi dai giovani di quei Paesi, come l’Italia e la Spagna, i cui processi di transizione alla vita adulta sono più difficoltosi mentre le richieste di cambiamento sono più contenute tra i giovani tedeschi e inglesi con sistemi economici più dinamici e politiche attive del lavoro più sviluppate. In questa chiave possono essere interpretati anche gli apprezzamenti e le critiche mossi al corpo insegnanti della secondaria superiore: la maggior parte dei giovani riconosce loro un’adeguata conoscenza dei contenuti e delle modalità didattiche con cui li trasmettono. Tuttavia gli intervistati non ritengono abbastanza diffuse competenze quali la versatilità, la capacità di adattamento ai cambiamenti, la capacità di gestione delle situazioni impreviste e decentrare il punto di vista, tutte doti indispensabili per accompagnare i processi di apprendimento in fasi di cambiamento che travalicano i confini delle discipline e delle aule scolastiche. Sono i giovani tedeschi e quelli francesi ad avere espresso la valutazione maggiormente positiva. I più severi nei confronti degli insegnanti sono proprio i giovani italiani, che attraverso le loro risposte ci restituiscono un giudizio tendenzialmente positivo, ma che impallidisce se messo a confronto con quanto espresso dai loro coetanei di altri Paesi. La questione dell’apertura, interazione, sinergia tra sistema formativo e mondo del lavoro ritorna anche nell’approfondimento svolto sull’orientamento. In Italia e Spagna, dove i raccordi sono meno strutturati, i giovani cercano di compensare il gap attivandosi di più, sia nella forma di una più ampia partecipazione alle attività istituzionali, sia documentandosi e interagendo maggiormente attraverso la rete. Uno dei limiti delle attività istituzionali di orientamento è che vengono effettuate per lo più entro il perimetro delle istituzioni scolastiche, rischiando di alimentare proprio quel processo di autoreferenzialità dei sistemi formativi dal quale i giovani vorrebbero affrancarsi. Se in tutti i paesi le attività di orientamento sono valutate positivamente per quanto riguarda la conoscenza si sé, delle proprie attitudini e la capacità di prendere delle decisioni, oltre che la conoscenza delle opportunità di studio, soprattutto in Italia l’orientamento risulta deficitario nella conoscenza del mondo del lavoro e nell’elaborazione di un progetto professionale.
2018
Italiano
9788815275486
Il Mulino
2018
Mesa, D., Triani, P., Sistemi formativi e di orientamento. Le istanze di cambiamento dei giovani europei, in Rosina A, R. A., Alfieri S, A. S., Barni D, B. D., Marta E, M. E., Mesa D, M. D., Triani P, T. P., Poy S, P. S., Rosina A, R. A., Sironi E, S. E., Bonanomi A, B. A., Migliavacca M, M. M., Rosina A, R. A., Introini F, I. F., Pasqualini C, P. C., Bichi R, B. R., Rubin, R. A., Scabini E, S. E., Canzi E, C. E., Lombi L, L. L., Bignardi P, B. P., La condizione giovanile in Italia. Rapporto giovani 2018, Il Mulino, BOLOGNA -- ITA 2018 2018: 49-78 [http://hdl.handle.net/10807/121553]
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