Il contributo analizza la sentenza della Corte di cassazione, Sezione III penale, n. 37166 del 18 maggio 2016 - 7 settembre 2016, focalizzandosi sul delitto di violenza sessuale commessa con induzione in errore della vittima attraverso l’approfittamento della condizione di inferiorità di quest’ultima. La nota ricostruisce il panorama dottrinale e giurisprudenziale sul delitto di cui all’art. 609 bis, co. 2, n. 1 c.p., concentrandosi sul concetto di “condizione di inferiorità” e sulle diverse sindromi inquadrabili all’interno dei disturbi del comportamento alimentare, disturbi che, nella sentenza di riferimento, hanno determinato la condizione di inferiorità delle vittime. Viene analizzata in particolare l’anoressia nervosa, oggetto di diversi pronunciamenti della giurisprudenza di legittimità in ragione della profonda incisione che la stessa provoca sulla stabilità psicologica delle persone che ne sono affette. L’analisi prosegue poi attraverso alcune riflessioni circa il corretto inquadramento del bene giuridico oggetto di tutela allorché il delitto di violenza sessuale venga perpetrato all’interno di un rapporto fiduciario quale quello intercorrente tra medico e paziente.
Maldonato, L., Violenza sessuale, condizioni di inferiorità e anoressia: l'induzione mediante inganno nel rapporto medico-paziente, <<RIVISTA ITALIANA DI MEDICINA LEGALE E DEL DIRITTO IN CAMPO SANITARIO>>, 2017; (1): 291-307 [http://hdl.handle.net/10807/121405]
Violenza sessuale, condizioni di inferiorità e anoressia: l'induzione mediante inganno nel rapporto medico-paziente
Maldonato, Lucia
2017
Abstract
Il contributo analizza la sentenza della Corte di cassazione, Sezione III penale, n. 37166 del 18 maggio 2016 - 7 settembre 2016, focalizzandosi sul delitto di violenza sessuale commessa con induzione in errore della vittima attraverso l’approfittamento della condizione di inferiorità di quest’ultima. La nota ricostruisce il panorama dottrinale e giurisprudenziale sul delitto di cui all’art. 609 bis, co. 2, n. 1 c.p., concentrandosi sul concetto di “condizione di inferiorità” e sulle diverse sindromi inquadrabili all’interno dei disturbi del comportamento alimentare, disturbi che, nella sentenza di riferimento, hanno determinato la condizione di inferiorità delle vittime. Viene analizzata in particolare l’anoressia nervosa, oggetto di diversi pronunciamenti della giurisprudenza di legittimità in ragione della profonda incisione che la stessa provoca sulla stabilità psicologica delle persone che ne sono affette. L’analisi prosegue poi attraverso alcune riflessioni circa il corretto inquadramento del bene giuridico oggetto di tutela allorché il delitto di violenza sessuale venga perpetrato all’interno di un rapporto fiduciario quale quello intercorrente tra medico e paziente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.