In questo articolo si è cercato di circostanziare il singolare caso della presenza nella chiesa di Santa Croce a Firenze di un monumento funebre fatto realizzare da Tino di Camaino per Gastone della Torre (morto a Firenze nel 1318): prelato di origine milanese, che non abbe, a quanto ne sappiamo, legami con il clero fiorentino, e che nella città toscana era morto per una pura fatalità, cadendo da cavallo durante un viaggio che avrebbe dovuto portarlo ad Aquileia. In questo articolo si dimostra l'inconsistenza storica della notizia, creata in età moderna, di una committenza del monumento da riferire alla famiglia fiorentina dei Barucci, e si propone di leggere la vicenda della sua esecuzione in un contesto politico filo-angioino, avanzando l'ipotesi che l'interessamento per la sepoltura di Gastone della Torre - personaggio che poteva essere facilmente considerato come una sorta di martire eccellente della causa guelfa - possa essere maturato nell'ambito delle autorità cittadine toscane. In Santa Croce (collocazione chiesastica coerente con il clima filo-guelfo nel quale dovette avvenire la commissione del sepolcro) il monumento si venne ben presto a trovare entro quella straordinaria opera di riqualificazione pittorica delle navate che ebbe come protagonisti Giotto, Taddeo Gaddi e Maso di Banco. Il presente studio si conclude con la considerazione del monumento in tale contesto decorativo, e nella parte finale - a seguito di un'attenta osservazione delle parti superstiti del sepolcro e dell'attività di Maso di Banco sulla parete che accolse il monumento - viene formulata un'ipotesi sui tempi nei quali tale importante campagna pittorica dovette svolgersi ed essere portata a termine.

Novelli, S., Sulla committenza e il contesto del monumento funebre per Gastone della Torre di Tino di Camaino, <<PROSPETTIVA>>, 2011; (141-142): 132-144 [http://hdl.handle.net/10807/121009]

Sulla committenza e il contesto del monumento funebre per Gastone della Torre di Tino di Camaino

Novelli, Santina
2012

Abstract

In questo articolo si è cercato di circostanziare il singolare caso della presenza nella chiesa di Santa Croce a Firenze di un monumento funebre fatto realizzare da Tino di Camaino per Gastone della Torre (morto a Firenze nel 1318): prelato di origine milanese, che non abbe, a quanto ne sappiamo, legami con il clero fiorentino, e che nella città toscana era morto per una pura fatalità, cadendo da cavallo durante un viaggio che avrebbe dovuto portarlo ad Aquileia. In questo articolo si dimostra l'inconsistenza storica della notizia, creata in età moderna, di una committenza del monumento da riferire alla famiglia fiorentina dei Barucci, e si propone di leggere la vicenda della sua esecuzione in un contesto politico filo-angioino, avanzando l'ipotesi che l'interessamento per la sepoltura di Gastone della Torre - personaggio che poteva essere facilmente considerato come una sorta di martire eccellente della causa guelfa - possa essere maturato nell'ambito delle autorità cittadine toscane. In Santa Croce (collocazione chiesastica coerente con il clima filo-guelfo nel quale dovette avvenire la commissione del sepolcro) il monumento si venne ben presto a trovare entro quella straordinaria opera di riqualificazione pittorica delle navate che ebbe come protagonisti Giotto, Taddeo Gaddi e Maso di Banco. Il presente studio si conclude con la considerazione del monumento in tale contesto decorativo, e nella parte finale - a seguito di un'attenta osservazione delle parti superstiti del sepolcro e dell'attività di Maso di Banco sulla parete che accolse il monumento - viene formulata un'ipotesi sui tempi nei quali tale importante campagna pittorica dovette svolgersi ed essere portata a termine.
2012
Italiano
Novelli, S., Sulla committenza e il contesto del monumento funebre per Gastone della Torre di Tino di Camaino, <<PROSPETTIVA>>, 2011; (141-142): 132-144 [http://hdl.handle.net/10807/121009]
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