Le neuroscienze definiscono potenziamento neurocognitivo quell’insieme di tecniche che consentono di sfruttare al massimo le potenzialità del cervello umano. Tradizionalmente, vengono attivate tramite il ricorso a farmaci, alla stimolazione cerebrale, a pratiche di mental training, sfruttando la plasticità corticale. Ma ora è possibile farlo anche con degli smartglasses. A questa conclusione è giunto un team guidato da Michela Balconi, Direttore dell’Unità di Ricerca in Neuroscienze Sociali e delle Emozioni e docente di neuroscienze cognitive all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia. "Abbiamo utilizzato degli smartglasses che, attraverso un’app, coinvolgono i soggetti in pratiche di mindfulness. Si tratta di device che consentono uno sviluppo di queste competenze in tempi ridotti e con un approccio più agile”, ha spiegato rivolgendosi alla platea di Wired Health. Il risultato è che “questi ausili tecnologici hanno permesso un potenziamento di queste competenze, riducendo i livelli di ansia e stress e aumentando il vigore e l’energia mentale”. Un risultato reso possibile anche dal fatto che gli smartglasses “offrono al cervello immediatamente un feedback che rinforza quelle competenze che stiamo allenando. Si entra così in un circolo virtuoso per cui vediamo l’efficacia di ciò che stiamo facendo e il nostro cervello si autopotenzia”
Balconi, M., Wearable devices per il potenziamento neurocognitivo, Relazione, in Programma della Conferenza "WiredHealth. Innovazione per la vita", (Milano, 15-15 March 2018), WiredHealth, Milano 2018: 24-24 [http://hdl.handle.net/10807/120187]
Wearable devices per il potenziamento neurocognitivo
Balconi, Michela
2018
Abstract
Le neuroscienze definiscono potenziamento neurocognitivo quell’insieme di tecniche che consentono di sfruttare al massimo le potenzialità del cervello umano. Tradizionalmente, vengono attivate tramite il ricorso a farmaci, alla stimolazione cerebrale, a pratiche di mental training, sfruttando la plasticità corticale. Ma ora è possibile farlo anche con degli smartglasses. A questa conclusione è giunto un team guidato da Michela Balconi, Direttore dell’Unità di Ricerca in Neuroscienze Sociali e delle Emozioni e docente di neuroscienze cognitive all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia. "Abbiamo utilizzato degli smartglasses che, attraverso un’app, coinvolgono i soggetti in pratiche di mindfulness. Si tratta di device che consentono uno sviluppo di queste competenze in tempi ridotti e con un approccio più agile”, ha spiegato rivolgendosi alla platea di Wired Health. Il risultato è che “questi ausili tecnologici hanno permesso un potenziamento di queste competenze, riducendo i livelli di ansia e stress e aumentando il vigore e l’energia mentale”. Un risultato reso possibile anche dal fatto che gli smartglasses “offrono al cervello immediatamente un feedback che rinforza quelle competenze che stiamo allenando. Si entra così in un circolo virtuoso per cui vediamo l’efficacia di ciò che stiamo facendo e il nostro cervello si autopotenzia”I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.