L’ormai quasi secolare sistematica distinzione tra famiglie e/o strategie di ricerca in Sociologia inizia forse quando Lohman scrive un articolo usando l’espressione “osservazione partecipante”, per la prima volta così come la intendiamo oggi. Se però è vero che Merton nel 1947 sostiene che: «un profondo silenzio copre la maggior parte dei problemi incontrati nel lavoro sul campo» bisognerà aspettare il 1955 e la pubblicazione della seconda edizione di Street Corner Society per rintracciare la prima riflessione metodologica sul percorso di ricerca e dare dunque l’avvio alla discussione sulla legittimità delle diverse strategie e alla “scomposizione” del metodo: qualità, che così a lungo verrà intesa in funzione ancillare alla quantità, la “vera” ricerca. Come si pone Blumer in questo allora nascente contesto? In particolare nei confronti della diffusione, dagli anni 1930, dell’uso delle ricerche su dati trattabili solo statisticamente? Li critica e predilige il lavoro sul campo? Quali sono le sue posizioni metodologiche che possono descrivere anche l’attuale mondo della ricerca sociale? Quali sono quelle che hanno ancora oggi la forza di indicare le strade che si possono percorrere? Dalla raccolta nel Symbolic Interactionism si possono trarre molte riflessioni, concentrate nella sua Metodologia dell’interazionismo simbolico, da inserire certo nel più vasto ambiente della tradizione sociologica di Chicago.
Bichi, R., Da Blumer alla ricomposizione del metodo, <<SOCIOLOGIA ITALIANA>>, 2017; 0ttobre (10): 183-191 [http://hdl.handle.net/10807/119663]
Da Blumer alla ricomposizione del metodo
Bichi, Rita
Primo
2017
Abstract
L’ormai quasi secolare sistematica distinzione tra famiglie e/o strategie di ricerca in Sociologia inizia forse quando Lohman scrive un articolo usando l’espressione “osservazione partecipante”, per la prima volta così come la intendiamo oggi. Se però è vero che Merton nel 1947 sostiene che: «un profondo silenzio copre la maggior parte dei problemi incontrati nel lavoro sul campo» bisognerà aspettare il 1955 e la pubblicazione della seconda edizione di Street Corner Society per rintracciare la prima riflessione metodologica sul percorso di ricerca e dare dunque l’avvio alla discussione sulla legittimità delle diverse strategie e alla “scomposizione” del metodo: qualità, che così a lungo verrà intesa in funzione ancillare alla quantità, la “vera” ricerca. Come si pone Blumer in questo allora nascente contesto? In particolare nei confronti della diffusione, dagli anni 1930, dell’uso delle ricerche su dati trattabili solo statisticamente? Li critica e predilige il lavoro sul campo? Quali sono le sue posizioni metodologiche che possono descrivere anche l’attuale mondo della ricerca sociale? Quali sono quelle che hanno ancora oggi la forza di indicare le strade che si possono percorrere? Dalla raccolta nel Symbolic Interactionism si possono trarre molte riflessioni, concentrate nella sua Metodologia dell’interazionismo simbolico, da inserire certo nel più vasto ambiente della tradizione sociologica di Chicago.File | Dimensione | Formato | |
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