In ciò che si potrebbero definire ‘chiostri di interrelazioni’ come l’Africa mediterranea, la Penisola Arabica, la regione del Golfo Persico/Arabico e l’oceano Indiano s’impongono alcune brevi riflessioni. Le navigazioni - e conseguentemente i movimenti e i flussi di genti e di merci - furono molto più ampie di quanto si possa supporre: i porti dell’India occidentale furono in comunicazione con il Golfo Persico/Arabico, con la Penisola Arabica, con il Corno d’Africa, e con le coste dell’Africa orientale sub-sahariana. Le prove si ritrovano nei rapporti archeologici, nei dati emersi dagli studi di cultura materiale, dalle fortificazioni nello Yemen, nonché dalle similitudini antropologiche da cui emerge un mondo amplissimo, ma non globalizzato. Relazioni conflittuali furono presenti nella maggioranza dei litorali e nelle regioni coinvolte; e a questo riguardo numerosi approcci recenti hanno delineato scenari che spesso percepirono le popolazioni del continente africano come ‘vittime’ sostanzialmente passive di fronte a forze esterne (arabe, asiatiche ed europee), e come i contributi africani all’economia di queste ampie regioni si siano limitati essenzialmente a forza lavoro servile e non specializzata, condotta verso i centri principali di produzione.

Nicolini, B., Sentieri invisibili, <<SEGNO NEL MONDO>>, 2002; 2002 (18): 22-25 [http://hdl.handle.net/10807/118679]

Sentieri invisibili

Nicolini, Beatrice
Primo
Membro del Collaboration Group
2002

Abstract

In ciò che si potrebbero definire ‘chiostri di interrelazioni’ come l’Africa mediterranea, la Penisola Arabica, la regione del Golfo Persico/Arabico e l’oceano Indiano s’impongono alcune brevi riflessioni. Le navigazioni - e conseguentemente i movimenti e i flussi di genti e di merci - furono molto più ampie di quanto si possa supporre: i porti dell’India occidentale furono in comunicazione con il Golfo Persico/Arabico, con la Penisola Arabica, con il Corno d’Africa, e con le coste dell’Africa orientale sub-sahariana. Le prove si ritrovano nei rapporti archeologici, nei dati emersi dagli studi di cultura materiale, dalle fortificazioni nello Yemen, nonché dalle similitudini antropologiche da cui emerge un mondo amplissimo, ma non globalizzato. Relazioni conflittuali furono presenti nella maggioranza dei litorali e nelle regioni coinvolte; e a questo riguardo numerosi approcci recenti hanno delineato scenari che spesso percepirono le popolazioni del continente africano come ‘vittime’ sostanzialmente passive di fronte a forze esterne (arabe, asiatiche ed europee), e come i contributi africani all’economia di queste ampie regioni si siano limitati essenzialmente a forza lavoro servile e non specializzata, condotta verso i centri principali di produzione.
2002
Italiano
Nicolini, B., Sentieri invisibili, <<SEGNO NEL MONDO>>, 2002; 2002 (18): 22-25 [http://hdl.handle.net/10807/118679]
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